Al termine di una battaglia legale durata ben 11 anni, Samsung ha deciso di firmare un accordo con le associazioni che rappresentano suoi dipendenti ed ex dipendenti attribuendo all’attività svolta sul luogo di lavoro la responsabilità per l’insorgere di gravi malattie. Si parla di patologie come leucemia e cancro al cervello. A finire sotto accusa sono le linee produttive di semiconduttori e display a cristalli liquidi.
Le scuse e la promessa
Le parti sono giunte a siglare un compromesso attraverso un mediatore. Tutti i dipendenti Samsung impiegati negli impianti in questione a partire dal 1984, siano essi ancora al lavoro o meno, potranno chiedere l’ottenimento di un risarcimento che arriverà a un massimo di 150.000.000 won (circa 120.000 euro). In seguito alla richiesta dovrà essere condotta una perizia medica e ogni caso verrà liquidato non oltre il 2028.
A rappresentare i lavoratori anche Sharps, gruppo sudcoreano di attivisti che nel corso degli anni ha documentato oltre 200 casi di malattie riconducibili alle condizioni di lavoro negli impianti del gruppo. 70 sono risultate fatali. Queste le parole di Kim Ki-Nam, co-presidente di Samsung Electronics, raccolte nel corso di una conferenza sulla vicenda andata in scena nei giorni scorsi a Seul in cui l’azienda ha assunto l’impegno finalizzato a migliorare le condizioni degli impianti al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori.
Offriamo le nostre sincere scuse ai lavoratori che hanno sofferto per le malattie, così come alle loro famiglie. Le nostre scuse odierne costituiscono una promessa per Samsung Electronics.
Le sue dichiarazioni proseguono riconoscendo di non aver fatto abbastanza, ma senza mai ammettere una responsabilità diretta per i problemi di salute riscontrati dai dipendenti.
Il nostro sforzo è stato insufficiente per capire meglio il dolore che hanno dovuto sopportare i lavoratori colpiti e le loro famiglie.
La prima denuncia nel 2007
L’intera vicenda ha preso il via nel 2007, quando Hwang Sang-gi ha denunciato il gruppo sudcoreano attribuendo alle condizioni di lavoro l’insorgere della leucemia che non ha lasciato scampo alla figlia 23enne, impiegata in uno degli impianti gestiti da Samsung. Queste le sue parole, raccolte in occasione della conferenza.
Nessuna scusa potrebbe essere sufficiente considerando le umiliazioni e gli inganni subiti negli ultimi 11 anni, il dolore sofferto legato a problemi occupazionali e quello legato alla perdita di persone amate. Interpreto però le scuse odierne come una promessa di Samsung per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.