Non un vero e proprio ban come imposto in altri paesi, ma anche la Corea del Sud sembra in qualche modo intenzionata a frenare o quantomeno regolamentare la circolazione delle criptovalute. Dal territorio asiatico giunge la notizia di alcuni exchange che hanno già bloccato la compravendita di specifiche monete digitali.
Corea del Sud: gli exchange fermano alcune crypto
Non sono ad ogni modo chiamati in causa Bitcoin né Ethereum. Qualche esempio: la piattaforma UPbit ha fermato Paycoin, Maro, Observer, Solve.Care e Quiztok, Huobi Korea ha fatto altrettanto con Houbi e Coinbit con otto diverse crypto.
Stando ai report, ben 11 delle 20 realtà che nel paese hanno ottenuto il certificato Security Management System necessario per il trading si sono mosse in questa direzione.
A Seul, nei giorni scorsi si è discusso della possibile introduzione di una norma studiata al fine di vietare ai dipendenti degli exchange la compravendita delle criptovalute sulle piattaforme per le quali prestano servizio. La Korea Financial Services Commission sta valutando l’ipotesi di infliggere una sanzione da 100 milioni di won (circa 74.000 euro) ai trasgressori.
L’esigenza di definire regole da applicare a questo ambito in costante e rapida evoluzione è avvertita a livello globale, anche in Italia, dove nei giorni scorsi la Consob è intervenuta chiedendo al legislatore di muoversi di conseguenza. L’obiettivo è quello di tutelare i risparmiatori e gli investitori, scongiurando il rischio che l’eventuale esplosione di una bolla possa condurre a risvolti catastrofici. Considerando la fase attuale, mentre si approccia la tanto agognata ripresa, sarebbe un azzardo che non ci si può permettere.