Il Financial Transactions Reporting Act, la legge vigente in Corea del Sud per contrastare il fenomeno del riciclaggio, dev’essere applicata anche agli exchange che si muovono nel vivace territorio delle criptovalute. Questo potrebbe condurre a uno stop delle attività per tutte quelle piattaforme che operano senza aver preventivamente ottenuto un’autorizzazione specifica.
Seul valuta uno stop per gli exchange di criptovalute
Il blocco potrebbe entrare in vigore già quest’anno, nel mese di settembre, stando a quanto trapelato nel fine settimana. Riportiamo di seguito in forma tradotta le parole di Eun Sung-soo, numero uno del Financial Services Commission nazionale, raccolte in occasione di un meeting andato in scena nei giorni scorsi.
Si stima ci siano circa 200 exchange per le criptovalute nel paese. Se la situazione attuale perdurerà, tutti dovranno essere chiusi.
Il 25 marzo l’autorità ha reso disponibile la procedura a cui fa riferimento per ottenere l’autorizzazione, ma nessuno dei servizi in questione sembra aver finora inoltrato la richiesta. Il motivo? Tra i requisiti c’è anche la sottoscrizione di una partnership ufficiale con una banca commerciale: solo quattro (noti come “Big 4”) ne dispongono. Il termine ultimo per l’approvazione è stato fissato nel 24 settembre.
Tra gli altri paesi che di recente hanno manifestato la volontà di porre un freno alla circolazione di criptovalute come Bitcoin ci sono anche India e Turchia. Negli Stati Uniti si discute invece della possibilità di tassare le plusvalenze, così come avviene con qualsiasi altro asset finanziario, un’ipotesi sostenuta tra gli altri anche dal nuovo presidente Joe Biden e ritenuta almeno in parte responsabile delle forti fluttuazioni registrate nel valore di BTC.