“Bloccare la propaganda nordcoreana, in particolare quelle attività condotte attraverso i servizi di social networking come Twitter”. Questo l’obiettivo annunciato dal ministro per la Giustizia della Corea del Sud, all’interno di un più vasto piano strategico che rischia di limitare l’accesso alla Rete da parte dei netizen del paese asiatico.
In particolare, il governo di Seoul procederà con il blocco di tutti quei siti che agiscano come cassa di risonanza delle attività – ufficiali e non – delle autorità di Pyongyang. I simpatizzanti verranno immediatamente estromessi dalla Rete, i loro utenti reindirizzati verso una speciale pagina web gestita dalla polizia sudcoreana .
La tensione tra le due nazioni è quindi deflagrata, in seguito all’apertura in terra cinese di un account sulla piattaforma cinguettante Twitter. Il costante flusso dei link – ovviamente inneggianti al governo della Corea del Nord – aveva disturbato non poco Seoul, soprattutto per la successiva fioritura di una pagina Facebook e di un canale YouTube .
Il profilo cinese aveva ottenuto un discreto successo, giungendo in poco tempo a circa 10mila follower . Il governo sudcoreano aveva deciso di bloccarlo, per poi osservare gli utenti collegarsi tranquillamente tramite connessioni sicure HTPPS. Il piano delle autorità del paese asiatico – non ancora presentato nei dettagli – prevederà ora la chiusura di account, piattaforme e siti legati al nemico nordcoreano .
Sempre secondo il ministro per la Giustizia Hwang Hee-Chul, la decisione di arginare la Rete è stata dettata dai recenti scontri avvenuti nelle isole di Cheonan e Yeonpyeong. Fermare il flusso di post e cinguettii sarebbe ormai una questione di sicurezza nazionale.
Mauro Vecchio