Ottawa (Canada) – La notizia della fusione di Inprise in Corel è giunta davvero inaspettata e non ha mancato di calamitare l’intera attenzione del mondo IT. L’operazione, costata a Corel 2,44 milioni di dollari, darà vita ad un gruppo che manterrà il nome Corel e che sarà capace di generare utili per oltre 400 milioni di dollari.
Inprise è una delle più anziane ed autorevoli software house sul pianeta: nata nel lontano 1983 come Borland, ha sviluppato alcuni fra i più utilizzati ambienti di programmazione al mondo, fra cui la serie “Turbo”. Negli anni ’90 ha però fortemente risentito della concorrenza sui prezzi fatta da Microsoft. Cambiato nome, Inprise ha cercato di risollevare le sue sorti e ultimamente ha dedicato buona parte della sua attenzione a Linux.
E proprio il mondo Linux sarà il protagonista di questa fusione che costituirà uno dei maggiori eventi della sua entusiasmante storia, visto che i presidenti delle due società, Michael Cowpland di Corel e Dave Fuller di Inprise, intendono puntare tutto sul futuro di Linux per abbattere il monopolio di Microsoft. Corel ha già scommesso tutto su questo, ed uno dei passi più importanti è stato il rilascio, a novembre, di Corel Linux, la prima distribuzione del pinguino interamente pensata per l’utenza desktop.
Con la nuova sussidiaria Inprise, Corel potrà dare una decisiva spinta allo sviluppo di ambienti visuali di programmazione per Linux, alimentando progetti già in corso come il porting di Delphi, del Borland C++, del Borland Jbuilder 3.0 e di InterBase 5.0. D’ora in avanti Inprise dedicherà allo sviluppo di software per Linux la stessa priorità che finora ha dedicato all’ambiente Windows.
Il nuovo gruppo metterà certamente un pizzico di timore in più ai vertici Microsoft e con il suo deciso incedere avrà anche l’effetto di ridestare tutti i concorrenti in campo Linux, da Red Hat a Caldera . Sicuramente d’ora in avanti nel mondo dell’open source tutto si muoverà molto ma molto più in fretta, anche grazie al sempre maggior numero di sviluppatori che nei prossimi mesi cambieranno “fede” o si lasceranno tentare dallo sviluppo multipiattaforma, presto possibile grazie al porting su Linux di tutti i tool di programmazione marchiati Borland.