Siamo esattamente in quella fase in cui l’imbarazzo dell’esagerazione lascia il passo all’imbarazzo dell’allarmismo. Il Coronavirus non è più un’ipotesi esotica, ma un pericolo internazionale con infezioni conclamate in più luoghi al mondo. Dalla Cina se ne parla ora a titolo ufficiale, una intera città è stata messa in quarantena e le notizie che giungono in Europa son tutto fuorché rassicuranti.
In questa fase di allarme c’è una cosa che serve meno del solito: la tua, e la mia, opinione. Il caso sta raggiungendo livelli tali per cui non è più il momento di cadere nel tranello dei tradizionali meccanismi dettati dalle dinamiche dei social: le notizie ora vanno dosate e verificate, perché tutto il resto è rumore di fondo, allarmismo, complottismo, ridondanza. E nulla di ciò può essere utile.
Coronavirus 2019-nCoV: spazio alle informazioni
Così come successo con la SARS in precedenza, anche il nuovo “2019-nCoV” (la data è relativa al 2019 perché le prime segnalazioni risalgono addirittura alla fine del mese di dicembre) sta mietendo vittime e la comunità internazionale si trova improvvisamente spiazzata. La stessa Organizzazione Mondiale di Sanità sembra essersi imbrigliata tra scienza e politica, impossibilitata ad alzare l’allarme in tempi rapidi e costretta a muoversi con prudenza su terreni che facilmente potrebbero scivolare sul campo economico e geopolitico. Ma laddove c’è allarme crescente e ci sono timori che si moltiplicano, i parassiti dello share facile non esiteranno a moltiplicarsi: almeno contro questi, proviamo a dimostrare di avere i necessari anticorpi.
Soffochiamo il complottismo sui virus da laboratorio militare: non aiuteranno alcun bambino a guarire; soffochiamo gli allarmismi più superficiali: non aiuteranno alcun medico a lavorare; soffochiamo il passaparola sguaiato sulla possibilità di nuovi casi in ogni momento e in ogni dove: non aiuteranno alcun ricercatore a trovare una soluzione. Che fare, quindi? Ascolto, silenzio, studio, partecipazione intelligente, prudenza. Il momento è ottimo, anzi, per una sana ecologia, per fare un esame di coscienza sul modo in cui percepiamo e filtriamo le notizie. Sappiamo identificare le giuste fonti? Sappiamo controllare i nostri impulsi al “condividi”? Sappiamo comprendere come il nostro piccolo like, unito a milioni di altri, non fa che perpetrare rumore di fondo in un momento nel quale invece la bontà e la verificabilità delle notizie diventa fondamentale?
Coronavirus 2019: dove trovare aggiornamenti
- Ministero della Salute
Un punto di riferimento istituzionale, che ha immediatamente aperto un approfondimento con risposte puntuali ai dubbi principali emersi in queste ore; - Farnesina
Tutte le informazioni dall’unità di crisi del servizio “Viaggiare sicuri” - Commissione Europea
Notizie aggiornate sul tema, con tanto di report ufficiale sulle decisioni relative alla profilassi stabilita a livello comunitario; - The Lancet
Rivista scientifica, punto di riferimento di totale affidabilità che sta riportando dati ufficiali su quanto emerso fino ad oggi (fonte dell’infezione di Wuhan, caratteristiche dei primi infetti, evoluzione della situazione, infezioni legate al mercato del pesce dal quale è partito il nuovo ceppo, eccetera); - Medical Facts
Il noto sito di Roberto Burioni ha immediatamente organizzato uno speciale sul Coronavirus, così da raccogliere le ultime emergenze sul problema con dati scientifici verificati; - World Health Organization
Informazioni raccolte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con aggiornamenti continui sulla situazione (iniziati però con 20 giorni di ritardo rispetto all’origine dell’allarme); - ISARIC
International Severe Acute Respiratory & Emerging Infection Consortium: sta cooperando per lo studio dell’infezione e pubblica notizie aggiornate sul proprio profilo Twitter. - Centers for Disease Control and Prevention
Sul sito CDC interessanti mappe sui contagi accertati ed informazioni preziose di utilità diretta
Ci sarà tempo e modo per discuterne. I social, in quella fase, saranno preziosi. Ma chi vi riversa rumore di fondo si senta complice per qualsiasi vittima aggiuntiva: il senso di responsabilità non venga meno, soprattutto in questi casi in cui il mondo diventa improvvisamente piccolo.