Ieri Facebook ha sporto denuncia in California nei confronti di LeadClock, servizio gestito da Basant Gajjar (cittadino indiano residente in Thailandia) ritenuto colpevole di aver approntato una campagna di advertising malevola sulle sue piattaforme, mascherando dietro a pubblicità apparentemente innocue link verso truffe e altri tipologie di raggiri, molti dei quali strutturati in modo da far leva sui timori che circondano l’epidemia di coronavirus.
LeadClock e l’advertising malevolo su Facebook
In uno dei casi lo spot di un cucchiaio in acciaio inossidabile spediva l’ignaro utente verso un articolo contenente informazioni alterate spingendo il malcapitato a investire in Bitcoin per far fronte alla crisi economica innescata da COVID-19. Sono stati oltre 4.200 i click raccolti dalla fine di marzo a oggi.
Il servizio di mascheramento dei link offerto da LeadClock ha un prezzo mensile variabile fra 399 e 1.999 dollari. In alternativa i clienti possono pagare sulla base del suo utilizzo. Oltre a Facebook pare aver preso di mira altre realtà del mondo hi-tech come Google, Oath, WordPress e Shopify.
Il suo funzionamento si basa su una tecnica che consente di aggirare i sistemi per le valutazioni automatiche delle landing page adottati dalle piattaforme proprio per evitare che gli utenti finiscano su siti o portali dal contenuto discutibile o pericoloso.