Per far fronte alle difficoltà anche economiche che si verificano in questo momento complicato a causa del coronavirus, Google ha deciso di istituire un fondo che sosterrà collaboratori esterni e temporanei durante la loro attività da remoto o in caso di malattia se si manifestano sintomi riconducibili a COVID-19. Secondo il New York Times si tratta di circa 120.000 persone distribuite in tutto il mondo, più delle 115.000 alle proprie dipendenze (dato aggiornato al Q3 2019).
Google: un fondo per i collaboratori esterni
Una misura che si va ad aggiungere a quelle già introdotte la scorsa settimana con finalità del tutto simili, garantendo che non ci saranno penalizzazioni in termini di compensi e stipendi per coloro che a causa dell’epidemia vedono il proprio impegno ridotto o del tutto annullato. Tra i giganti del mondo hi-tech, Microsoft ha fatto altrettanto.
Nelle stesse ore il gruppo di Mountain View ha raccomandato ai suoi collaboratori situati in Nord America di lavorare da casa, in modalità smart working (o lavoro agile), così da contribuire a fermare la diffusione del coronavirus.
Sappiamo essere un momento incerto e che tutti stanno cercando di orientarsi tra molte ambiguità al momento. Mentre lo attraversiamo, vogliamo aiutare chiunque nella nostra forza lavoro a dar priorità alla propria salute e a quella delle nostre comunità.
Ad oggi, stando alla mappa del contagio compilata sulla base dei numeri forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero di casi accertati è salito a 119.132 nel mondo, 1.037 negli Stati Uniti. Quest’ultima quota sembra purtroppo essere in rapida ascesa, replicando una dinamica che abbiamo visto innescata nelle ultime settimane anche in Italia.