Il coronavirus è una malattia. Il coronavirus è un nemico invisibile e silenzioso che senza troppe sorprese ha bussato anche alla nostra porta. Il coronavirus è un’opportunità.
Coronavirus: la paura e la monetizzazione
Un’opportunità che in pochi coglieranno e che in tanti perderanno (perderemo). È giusto e doveroso, se non altro per rispetto del pubblico che alla nostra categoria si rivolge per soddisfare un legittimo bisogno di informazione, nonché per senso di responsabilità, che chi fa il nostro mestiere lo metta nero su bianco: gli ingranaggi che oggi muovono il mondo dell’editoria sono in questi giorni spinti e accelerati da una collettiva brama di sapere, creando distorsioni che sebbene non auspicabili non sembrano purtroppo poter essere evitate.
Tra i pochi che coglieranno l’opportunità ci siamo anche noi. Noi della stampa, che monetizziamo la vostra (nostra) paura. Al bando le teorie del complotto sulle big pharma. Sappiate che ogni volta che fate click su un articolo noi guadagniamo. Non ci stiamo puntando il dito contro da soli: è tutto legittimo, senza la vostra (nostra) attenzione non ci sarebbe informazione. È il do ut des senza il quale oggi sarebbe impossibile rendere sostenibile l’operato di chi si muove nell’ambito del giornalismo.
Riteniamo però sia bene esplicitarlo. Perché chi legge abbia coscienza del fatto che oltre a cercare un’informazione, in questo momento è più che mai necessario cercare una buona informazione, riconoscendo il rumore di fondo che la circonda compiendo uno sforzo che va oltre il click e attivando il filtro dell’intelligenza, della razionalità. Aiutiamo, aiutiamoci. Se un limite c’è, e c’è, è il momento giusto per riconoscerlo e impegnarsi a non oltrepassarlo.
Non siamo nella posizione né abbiamo le competenze necessarie per fare da arbitri giudicando chi sì e chi no. Nel nostro piccolo possiamo però consigliare a chi legge di far riferimento in primis a fonti istituzionali e autorevoli per reperire le informazioni e ai nostri colleghi di compiere anch’essi uno sforzo e realizzare che nella loro (nostra) posizione si può dare un importante contributo in un momento in cui di molte cose si ha bisogno, certamente non di alimentare confusione e tensioni. Se c’è un’opportunità che possiamo cogliere, sia a beneficio di tutti. Torneremo poi a pensare al traffico, ai click e a monetizzare. Sopravviveremo al coronavirus, ma impareremo la lezione?