Coronavirus: in Lombardia il 40% non resta in casa

Coronavirus: Lombardia, il 40% non resta a casa

La statistica vicepresidente della regione: stando ai dati raccolti mediante operatori telefonici 4 lombardi su 10 continuano a muoversi.
Coronavirus: Lombardia, il 40% non resta a casa
La statistica vicepresidente della regione: stando ai dati raccolti mediante operatori telefonici 4 lombardi su 10 continuano a muoversi.

La regione più colpita dal coronavirus in Italia, la Lombardia, si è fermata per contenere la diffusione del contagio. O forse no? In un intervento di ieri il vicepresidente Fabrizio Sala ha reso noto che oltre il 40% dei cittadini è ancora in movimento. La misurazione è avvenuta attraverso una partnership siglata con gli operatori telefonici.

COVID-19: il 40% dei lombardi continua a spostarsi

Più nel dettaglio analizzando le celle agganciate dai telefoni. Si tratta dunque di una misurazione che non ha nulla a che vedere (stando a quanto dichiarato) con il tracciamento o la profilazione delle singole utenze né con altre pratiche che potrebbero mettere in discussione la privacy di ognuno. Di seguito l’intervento in diretta Facebook (la parte in questione al minuto 07:00).

Con l’aiuto delle compagnie telefoniche abbiamo potuto fare il monitoraggio, verificare gli spostamenti dei lombardi, in questi giorni di emergenza coronavirus. In base ai movimenti tracciati attraverso il monitoraggio delle celle telefoniche risulta, in base alle prime stime che, dal 20 febbraio a oggi, il calo dei movimenti è stato del 60%. Ci sono ancora troppe persone che si spostano, corrispondenti al 40% del totale: il consiglio è e resta di rimanere a casa.

https://www.facebook.com/LombardiaNotizieOnline/videos/242785350087732/

Qui sotto il grafico che mostra la variazione nel numero di persone in movimento: il 100% corrisponde al dato rilevato il 26 febbraio. Nella giornata del 16 marzo la quota è risultata di poco superiore al 40%. Sono considerati esclusivamente gli spostamenti di chi ha cambiato cella telefonica dunque muovendosi su distanze pari a diverse centinaia di metri o più.

Gli spostamenti intraregionali in Lombardia

Va detto che la quota tiene conto anche di coloro che escono di casa per motivi giustificati: per recarsi al lavoro, per fare la spesa, per fornire assistenza a chi ne ha bisogno e per le altri ragioni che lo consentono.

Non è questa la sede né il momento adatto per indagare quali siano i motivi che spingono una tale massa di persone a ignorare le raccomandazioni, esponendo se stessi e gli altri al rischio di contagio da coronavirus. Di certo una comunicazione a tratti confusa, anche da parte delle fonti istituzionali (c’è chi è passato da #milanononsiferma a #iorestoacasa in un batter d’occhio), non ha fin qui aiutato.

Intanto oltreoceano anche gli Stati Uniti valutano la possibilità di ricorrere a soluzioni simili, coinvolgendo direttamente i big della Silicon Valley: secondo il Washington Post le autorità hanno già interpellato Google, Facebook e altri giganti del mondo hi-tech per mettere a punto un sistema in grado di tenere sotto controllo la posizione dei cittadini così da attuare in modo efficace le contromisure necessarie a combattere COVID-19.

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Pubblicato il
18 mar 2020
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