La conseguenza prima del blocco degli spostamenti avvenuto in questi giorni di emergenza per il Coronavirus è stato un forte innalzamento del traffico dati registrato dalle abitazioni. Due i motivi: gli usi privati, con un forte aumento dello streaming e dei giochi online, e professionale, con un primo (inatteso, per certi versi sgangherato, in molti casi improvvisato) impatto con la realtà del telelavoro. Ecco perché tra le nuove misure del DPCM 17 marzo è previsto un investimento speciale sulle reti a supporto del traffico dati, abilitando gli operatori a fare tutto quanto possibile per far sì che le reti di comunicazione reggano.
Articolo 82: la rete è un bene di pubblica utilità
La misura è relativa all’articolo 82 del testo promulgato nelle ultime ore dalla Gazzetta Ufficiale dopo giorni di ipotesi e recita specificatamente che:
Le imprese che svolgono attività di fornitura di reti e servizi di comunicazioni elettroniche […] intraprendono misure e svolgono ogni utile iniziativa atta a potenziare le infrastrutture e a garantire il funzionamento delle reti e l’operatività e continuità dei servizi.
Inoltre:
Le imprese fornitrici di servizi di comunicazioni elettroniche accessibili al pubblico adottano tutte le misure necessarie per potenziare e garantire l’accesso ininterrotto ai servizi di emergenza
Soprattutto, in virtù del fatto che le condizioni sono di fatto mutate e per molti sono cambiate le esigenze nel giro di pochi giorni, “Le imprese fornitrici di reti e servizi di comunicazioni elettroniche soddisfano qualsiasi richiesta ragionevole di miglioramento della capacità di rete e della qualità del servizio da parte degli utenti, dando priorità alle richieste provenienti dalle strutture e dai settori ritenuti “prioritari” dall’unità di emergenza della PdC o dalle unità di crisi regionali“.
A tal fine, per autorizzarne ogni movimento ed intervento sul territorio, le aziende impegnate in tali servizi vengono correlate ad un vero e proprio concetto di “pubblica utilità“, tali per cui hanno non solo il diritto, ma un vero e proprio dovere, di operare tutti i necessari interventi di manutenzione della rete che si rendano necessari da qui al 30 giugno 2020.