Abbiamo già scritto nelle scorse settimane su queste pagine dell’impegno profuso dalla Guardia di Finanza al fine di contrastare la vendita (online e non) di articoli non a norma o proposti a prezzi gonfiati nell’ambito dell’emergenza coronavirus: dalle mascherine ai gel igienizzanti. Tiriamo oggi le somme dei risultati fin qui ottenuti dalle Fiamme Gialle.
GdF: giro di vite sui furbetti del coronavirus
A renderlo noto è un comunicato condiviso sul sito ufficiale del corpo che fa luce sulla natura dei controlli condotti e sul volume dei sequestri, mettendo in evidenza anche quali sono le aree del paese maggiormente interessate. In breve: circa 60.000 prodotti bloccati di cui 5.000 intercettati in dogana e 55.000 sequestrati in fase di commercializzazione, al dettaglio o all’ingrosso. Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia le regioni maggiormente interessate, ma il fenomeno è esteso all’intero territorio nazionale come emerge dal monitoraggio costante attuato anche via Web. Queste le operazioni più importanti:
- il Gruppo Pronto Impiego di Torino ha sequestrato circa 8.000 mascherine filtranti segnalando alla Procura 36 persone fisiche e 16 società per i reati di frode in commercio e false indicazioni qualitative e di origine;
- il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano ha sequestrato centinaia di mascherine protettive e prodotti disinfettanti con l’accusa di “manovre speculative su merci” mossa nei confronti di 9 soggetti, nazionali ed esteri, che hanno innalzato i prezzi dal 100 al 400% rispetto al valore di mercato;
- nella provincia di Napoli i Finanzieri hanno individuato una parafarmacia in cui sono state sottoposte a sequestro 10.000 mascherine vendute con una percentuale di ricarico di oltre il 6.000%;
- nella provincia di Bari le Fiamme Gialle hanno sequestrato oltre 30.000 prodotti (mascherine protettive, gel e salviette per le mani) posti in commercio con modalità fraudolente e truffaldine per un valore di mercato di circa 220.000 euro.
Articoli proposti in gran parte attraverso i canali dell’e-commerce, considerando come il paese sia al momento bloccato, così come l’attività del commercio al dettaglio salvo per le tipologie di negozi autorizzate.