Con una misura senza precedenti nella storia dell’umanità, la Cina sta tentando di contenere la diffusione del coronavirus attuando una quarantena che interessa la città di Wuhan e i centri ad essa più vicini, mentre il resto del mondo rimane col fiato sospeso e si prepara ad affrontare le conseguenze di un’eventuale ulteriore diffusione dell’agente patogeno. Lasciando ad altre fonti più autorevoli sul tema considerazioni in merito all’aspetto medico ed epidemiologico della questione, sottolineiamo come e perché quanto sta accadendo nel paese asiatico potrebbe avere ripercussioni dirette anche sul mondo hi-tech.
Coronavirus: a Wuhan la fabbrica di Tsinghua Unigroup
Abbiamo scritto nei giorni scorsi della decisione presa da Huawei di posticipare alla fine di marzo l’evento HDC.Cloud 2020 inizialmente previsto per febbraio, proprio per evitare che lo spostamento dei partecipanti possa agevolare la diffusione della malattia. Era solo la punta dell’iceberg. Apprendiamo da Bloomberg che Wuhan ospita tra gli altri un impianto di fabbricazione gestito da Tsinghua Unigroup.
Il nome di per sé potrebbe non suggerire nulla, ma si tratta di un importante produttore di memorie 3D NAND destinate a smartphone e computer. L’azienda, fondata ufficialmente nel 2003 con l’aiuto del governo cinese, è controllata al 51% da Tsinghua Holdings Corp (e al 49% dal fondo d’investimento Beijing Jiankun Investment Group) che a sua volta costituisce una sussidiaria della Tsinghua University. Nel 2013 ha acquisito Spreadtrum e RDA Microelectronics con l’obiettivo non dichiarato di portare il paese a giocare un ruolo da protagonista nel mercato dei semiconduttori. Negli anni scorsi ha inoltre messo le mani su una quota di Lattice Semiconductor, realtà statunitense con sede a Portland (Oregon). Nel 2015, tramite la controllata Unisplendour, ha poi acquisito il 15% di Western Digital, estendendo così il proprio raggio d’azione al territorio delle soluzioni per lo storage.
La diffusione del coronavirus potrebbe dunque avere ripercussioni anche sul settore tecnologico e sui suoi prodotti. Immaginiamo possa in qualche modo accelerare quel processo già innescato che vede alcune società statunitensi come Apple voler spostare la realizzazione dei loro dispositivi al di fuori del paese, esigenza manifestata in un primo momento al fine di contrastare i nuovi dazi imposti da Washington sulle importazioni dal territorio cinese.
Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei, conta oltre 11 milioni di abitanti e rappresenta il più grande punto di snodo nell’entroterra del paese per quanto concerne i trasporti. Ospita più di 89 università con 1,2 milioni di studenti provenienti da tutto il mondo.