In seguito alla scoperta di illeciti da parte dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), Ericsson ha pubblicato un comunicato per fornire tutti i dettagli su quanto accaduto in Iraq nel 2018. Le indagini interne hanno accertato diverse attività di corruzione da parte di dipendenti e fornitori, una delle quali è correlata al possibile utilizzo delle vie di accesso controllate dall’ISIS.
Ericsson smentisce finanziamenti ai terroristi
In base all’inchiesta del consorzio internazionale di giornalisti investigativi, Ericsson è stata coinvolta in diversi casi di corruzione risalenti al 2018. L’azienda svedese ha dovuto quindi divulgare i dettagli di un’indagine interna effettuata nel 2019 in relazione alle sue attività commerciali in Iraq.
Ericsson spiega innanzitutto che opera nel paese da quando le Nazioni Unite hanno revocato l’embargo, consentendo la riapertura del mercato delle apparecchiature di telecomunicazioni. Dopo aver rilevato spese inusuali, la multinazionale ha avviato un’indagine approfondita nel 2019, al termine della quale sono emerse prove di corruzione. Tra le condotte scoperte ci sono: donazioni monetarie senza un chiaro beneficiario, pagamenti ad un fornitore senza scopo definito, pagamenti in contanti di fornitori e spese ingiustificate per viaggi.
L’azienda ha individuato inoltre pagamenti ad intermediari per usare vie di trasporto che hanno consentito di aggirare i controlli della dogana. L’indagine interna non ha permesso però di identificare i destinatari dei pagamenti, né di confermare eventuali contatti con organizzazioni terroristiche (ISIS in particolare).
Alcuni dipendenti hanno successivamente lasciato Ericsson, mentre altri sono stati oggetto di provvedimenti disciplinari. Inoltre sono state interrotte le collaborazioni con diversi fornitori. Il consorzio di giornalisti ha dichiarato che l’azienda non ha risposto a specifiche domande, quindi pubblicherà i risultati dell’inchiesta nei prossimi giorni.
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