Corte dei Conti: così si migliora il cashback

Corte dei Conti: così si migliora il cashback

Il Cashback e la Lotteria degli Scontrini sono interventi positivi, ma per esprimerli al meglio la Corte dei Conti consiglia di modificarli in parte.
Corte dei Conti: così si migliora il cashback
Il Cashback e la Lotteria degli Scontrini sono interventi positivi, ma per esprimerli al meglio la Corte dei Conti consiglia di modificarli in parte.

L’analisi della Corte dei Conti promuove il cashback e la Lotteria degli Scontrini e ne condivide le finalità, ma al tempo stesso suggerisce alcuni miglioramenti e, probabilmente, fornisce anche un assist per un intervento correttivo che da più parti si vede come necessario. Il fatto che l’analisi promuova il Piano Cashless Italia è evidente nel fatto che non arriva alcuna stroncatura ma, anzi, una condivisione dei principi ed un approccio costruttivo alla possibilità di migliorare il processo.

Ma leggendo tra le righe del report emergono anche direttrici specifiche circa il modo in cui si potrebbe migliorare l’intero processo. Si tratta di malcelati suggerimenti, che sarà il legislatore a dover recepire per attenersi al meglio a quanto indicato dalla Corte dei Conti. Cashback e Lotteria degli Scontrini, insomma, son qui per rimanere, ma migliorarli potrebbe essere cosa gradita.

Cosa suggerisce la Corte dei Conti

Questo il testo sul quale occorre soffermarsi:

Quanto agli strumenti volti a incentivare i pagamenti elettronici nelle transazioni che interessano il consumatore finale, pur condividendone le finalità e in attesa di poter disporre di dati analitici sui risultati finora conseguiti con il cashback e la lotteria degli scontrini, si rileva l’esigenza di una loro migliore finalizzazione e articolazione, essendo necessario comunque evitare la dispersione di risorse con l’incentivazione di operazioni in settori ove non si registrano significativi fenomeni di omessa contabilizzazione dei corrispettivi o nei quali il pagamento mediante carte di debito o di credito è da tempo invalso nell’uso. Al contrario, le incentivazioni dei pagamenti elettronici andrebbero concentrate relativamente agli acquisti di beni e servizi di modico valore o per i quali sono più probabili fenomeni di occultamento.

Dal testo trapelano due precise indicazioni:

  1. evitare la dispersione di risorse con l’incentivazione di operazioni in settori ove non si registrano significativi fenomeni di omessa contabilizzazione dei corrispettivi
  2. le incentivazioni dei pagamenti elettronici andrebbero concentrate relativamente agli acquisti di beni e servizi di modico valore

Il primo punto sembra suggerire la possibilità di escludere dal piano quei pagamenti che già in molti casi avvengono con strumenti tracciabili, o che comunque non consentono di fatto una qualsivoglia evasione da parte dell’esercente. Il riferimento ai carburanti sembra essere tutto fuorché casuale. Insomma: se è vero che il pagamento al distributore automatico è sempre e comunque tracciato, allora perché non escludere questo ambito (quello privilegiato dei “furbetti“) dal progetto? Da una parte si eviterebbero fenomeni distorsivi sulla classifica e dall’altra non si perderebbe nulla in termini di lotta all’evasione fiscale: due piccioni con una fava.

Il secondo punto è relativo invece ad un parametro differente, ossia i massimali di spesa. Se il Piano Cashless Italia deve essere un’arma contro l’evasione, occorre concentrarlo laddove l’evasione si annida, ossia sulle cifre di piccola entità. Ridurre la spesa massima ricavabile da un pagamento (il 10%) potrebbe essere un buon intervento, oppure ampliare la platea del Super Cashback pur abbassando il quantitativo ottenibile. Insomma: l’obiettivo dovrebbe essere quello di favorire il cashback sulle cifre di piccola entità, ove più spesso avvengono fenomeni di evasione evitando lo scontrino e procedendo quindi ai pagamenti “cash”. La Lotteria degli Scontrini non sembra ancora aver fatto breccia fino ad incidere radicalmente ed il Super Cashback ha tagliato fuori troppo in fretta troppi concorrenti: ogni intervento in tal senso sarà benedetto dalla Corte.

Insomma: non si dice cosa fare, ma si suggerisce di focalizzare meglio gli interventi per arrivare in modo più mirato agli obiettivi, senza sperperare denaro pubblico in rivoli infruttuosi. Il Cashback è qui per rimanere (il Senato lo ha già confermato a suo tempo), ma bisogna fare in modo che gli effetti benefici della sua adozione possano essere esaltati da paletti meglio riconfigurati.

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Pubblicato il
24 apr 2021
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