Cortiana: cellulari in classe, no alle censure

Cortiana: cellulari in classe, no alle censure

Comunicato

“La sollecitazione del Preside milanese Giorgio Galanti a non bandire i telefonini cellulari dalle scuole ma a farne un uso appropriato non va lasciata cadere. I nostri figli sono già interni alle modalità di informazione e comunicazione consentite dalla convergenza digitale: chat, sms, video foto, video filmati, blog costituiscono formati dentro ai quali sviluppano nuove sintassi e nuove grammatiche fatte di contrazioni, semplificazioni ortografiche, acronimi ecc. Questa eterogenesi degli usi per cui sono stati concepiti i supporti digitali ci suggerisce una inedita modalità di relazione che dobbiamo, come genitori, come insegnanti e come amministratori, portare all’interno di esperienze autentiche e di qualità nella crescita identitaria e culturale dei giovani”.

Così il sen. Fiorello Cortiana – Consulta sulla Governance di Internet del Ministero dell’Innovazione – si è espresso attorno all’ acceso dibattito sui telefonini nelle scuole.

“Il mondo adulto – si legge in una nota – non può limitarsi ad azioni di censura e di rimozione che alimenterebbero un mondo parallelo nel quale prendono corpo criteri di valutazione e sguardi sul mondo senza alcuna relazione con le esperienze pedagogiche e didattiche della scuola. Così daremmo corpo allo spettro dell’interconnessione digitale in rete come dimensione virtuale che avrebbe poi ricadute pesanti nella realtà dei percorsi individuali e della qualità sociale”.

“Il Ministro Fioroni – sottolinea Cortiana – ha attaccato Google per le malefatte scolastiche trasmesse su You Tube come se per le molestie sul tram ce la prendessimo con il guidatore ed il presidente dell’ATM. La cosa può far sorridere o disperare ma è indice della incomprensione del mondo adulto verso i sistemi di comunicazione e produzione cognitiva dell’era digitale. Eppure con l'”Agenda di Lisbona” l’Europa si è prefissa di divenire una realtà competitiva nella ” Società della Conoscenza” entro il 2010″.

“Chi se non la scuola può essere l’agenzia educativa e culturale legata al territorio e a più generazioni capace di metabolizzare e condividere lo straordinario processo di innovazione in corso? Dovrebbe farlo non solo per la didattica ma anche per documentare i consigli di classe e favorire le relazioni con gli insegnanti, tanto degli studenti che dei genitori. Non si tratta di modalità sostitutive bensì estensive ed integrative degli incontri diretti. Per questo la funzione e la condizione dei docenti andrebbero valorizzate”.

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Pubblicato il
12 apr 2007
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