Cosa ne sarà di Cashback e SuperCashback a partire da gennaio, quando in linea teorica i due meccanismi dovrebbero ripartire? In cuor suo, probabilmente, Mario Draghi già lo sa. Tuttavia in un Governo dal traino data-driven saranno i dati a dover fornire le prime risposte in attesa che la parte politica possa fare le proprie valutazioni. Nuovi dati del Politecnico di Milano giungono proprio a supporto di questa fase decisionale ormai prossima: Cashback e SuperCashback dovranno essere finanziati in sede di Legge di Bilancio, dunque la loro sorte andrà decisa fin dalle prossime settimane.
I dati dell’Osservatorio Innovative Payments
I dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano sembrano corroborare le anticipazioni che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, aveva già espresso nei giorni scorsi: il cashback è stata una buona idea del Governo Conte. Il suo costo è stato inferiore al miliardo, ha consentito di aumentare i consumi ed ha spostato l’equilibrio dei pagamenti verso una dimensione digitale.
Secondo quanto emerso dalla ricerca, il numero delle transazioni digitali è aumentato nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2020 (periodo, tuttavia, complicato dal lockdown: questa valutazione meriterebbe un approfondimento relativo al 2019 ed ai trend naturali di crescita delle transazioni digitali): complessivamente si è arrivati a 3,2 miliardi di euro, +41% anno su anno. Secondo quanto illustrato, inoltre, “gli utenti che hanno aderito hanno utilizzato la carta più frequentemente della media e per importi ridotti“. Anche questa informazione, pur se matematicamente ineccepibile, potrebbe essere spuria poiché la dinamica del “gioco” incoraggiava la frammentazione delle spese e la moltiplicazione dei pagamenti di piccola entità rispetto a singoli pagamenti di maggior caratura. Per contro la Lotteria degli Scontrini, teoricamente più virtuosa da questo punto di vista, non sembra riuscire a prendere piede con paritetica incisività.
Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio, ritiene che gli incentivi del Piano Cashless Italia siano stati efficaci e porta avanti l’auspicio che il Governo possa reiterarli per il 2022. Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio, si spinge oltre nel dettaglio: oltre ad essere diminuiti i prelievi di contante, l’aumento dei pagamenti con sistemi digitali è un buon segnale che andrebbe rinforzato e consolidato nel tempo.
Il Ministro dell’Economia ha lasciato intendere nei giorni scorsi come una valutazione di impatto non sia ancora stata portata avanti e che solo sulla base di tale valutazione si potranno fare ipotesi per il futuro. Mario Draghi, da parte sua, aveva già lasciato intendere come occorra evitare dinamiche di sperequazione tra persone con reddito differente, così da elargire i vantaggi potenziali in tutte le fasce sociali del Paese.
Meno dogmi, zero tabù
Tra le righe della polemica quotidiana sui giornali, nel frattempo, sembra registrarsi un ammorbidimento delle parti che fino a ieri si erano scontrate sui progetti del Conte-bis. La destra ha metabolizzato il fatto che il Cashback sia stata un’idea originale (zoppa e raffazzonata in molti aspetti) che ha comunque saputo apportare benefici in un momento particolarmente difficile per il Paese; il M5S, principale avvocato difensore del Cashback, apre in parallelo anche a possibili soluzioni alternative pur di incentivare i pagamenti digitali. L’elaborazione del passato offre al Governo un pizzico di serenità in più nell’affrontare il dossier, evitando preclusioni dogmatiche di puro posizionamento politico: non è più tabù ammettere che il Cashback abbia funzionato e, al tempo stesso, non è più tabù immaginare che possa essere una soluzione già sorpassata, da stravolgere o cancellare definitivamente.
I dati del Politecnico di Milano sono nelle mani del Governo assieme a tutte quelle informazioni di dettaglio sui pagamenti registrati e che soltanto gli apparati statali hanno a disposizione.