C’è un grafico che racconta forse più di ogni altro quel che è accaduto in Italia durante questo periodo – ancora non terminato – di lock down:
Non è un grafico utile per avere valori assoluti, ed il fatto che sull’asse X non vi siano indicatori è utile proprio a tale scopo: trattasi infatti in questo caso dell’aumento relativo delle attività su Microsoft Teams, in termini di chat e meeting, ma è una fotografia generale di quanto gli italiani hanno affrontato questo tipo di interazioni anche in confronto agli altri paesi. Microsoft 365 nasce anche a tal fine: rispondere alle medesime pulsioni che portano questi grafici a salire, ossia la necessità di una dimensione digitale nella quale esprimere la propria operatività.
Trattasi di dati di difficile lettura per molti motivi, ma saranno estremamente utili in prospettiva quando sarà chiaro come e se tali valori andranno a scendere. Questa, infatti, è una fotografia dell’emergenza: non appena agli italiani è stata imposta la sospensione degli spostamenti, si è moltiplicata la quantità delle comunicazioni tramite Teams (ma anche tramite Zoom e altri canali) e questo dato aggregato mette assieme tanto le riunioni operative, quanto gli incontri personali, quanto le chat di famiglia e altro ancora.
Questo grafico riflette la traslazione dei rapporti personali sul digitale, la concretizzazione di quella sfera che prima era l’incontro di persona e – in parte – la sfera mobile. Cosa succederà ora?
Come sarà il post-emergenza
Con ogni probabilità il video è qui per rimanere, ma in proporzioni ad oggi assolutamente non preventivabili. Oggi molte persone in più si sono attrezzate, molte aziende hanno avvertito i vantaggi potenziali dello smart working (almeno come opportunità) ed in molti si stanno probabilmente chiedendo se non sia possibile risparmiare sugli spostamenti grazie a questa “nuova” dimensione.
La verità è che da molto tempo ci si pone il medesimo interrogativo: si potrebbero risparmiare molte trasferte e si potrebbero sprecare molte meno ore negli spostamenti se solo si riuscisse a rendere più efficiente questa modalità di interazione. La verità, però, è che la prossemia, lo sguardo, le strette di mano e la presenza fisica sono fattori fondamentali nelle attuali dinamiche persuasive, nelle trattative di vendita ed in qualsivoglia riunione. Questo perché esiste una modalità standard di interazione (la realtà) sulla quale è accidentalmente caduta una nuova modalità di interazione che prevede codici linguistici differenti, diversi rapporti personali, dinamiche sovvertite.
Non ci abitueremo sufficientemente in fretta e questo grafico è destinato a cambiare repentinamente non appena avremo il “via libera”. Quella grande impennata delle interazioni online degli italiani è destinata a piombare non appena le modalità di incontro, relazione e riunione potranno tornare a regime, anche se con mascherine, anche se a distanza di sicurezza. Ma non si sottovaluti quanto accaduto: coloro i quali stanno imparando qualcosa da questa emergenza, e coloro i quali sapranno ricavare quanto di buono tali interazioni sono in grado di offrire, usciranno dall’emergenza con nuovi asset comunicativi a disposizione.
Così sarà per lo smart working. Così sarà per la didattica a distanza. Così sarà per l’associazionismo. Così sarà per i rapporti con la sanità. Così sarà per noi tutti e soprattutto per tutti coloro i quali, prima di oggi, ancora non avevano intuito quanti e quali opportunità il digitale possa offrire. Probabilmente non avremmo raggiunto medesima digitalizzazione di molti processi se non in anni di lavoro: c’è voluta un’emergenza, c’è voluto un “cigno nero”, c’è voluta la paura.
Usciamone almeno con qualcosa di buono.