Quando ChatGPT è stato lanciato alla fine del 2022, ha suscitato grande entusiasmo e interesse intorno alle potenzialità dell’AI. Ora, l’ultimo tema di cui si discute molto sono i cosiddetti “AI PC“, computer con intelligenza artificiale integrata. Ma cosa sono esattamente questi AI PC? Come funzionano? Quali sono i potenziali rischi e conviene davvero acquistarne uno?
Le definizioni di AI PC
Esistono diverse definizioni di “AI PC” fornite dalle varie aziende produttrici di computer che vogliono presentare i propri dispositivi come dotati di intelligenza artificiale.
La definizione che sembra essere maggiormente condivisa nel settore è quella proposta da Microsoft e Intel, che prevede questi 3 requisiti perché un PC possa dirsi “AI”:
- Deve includere le unità di elaborazione neurale (NPU), CPU e GPU più recenti e performanti;
- Integra Microsoft Copilot;
- Deve avere un apposito tasto fisico “Copilot” sulla tastiera per avviare questa funzione.
Questa definizione però esclude alcuni PC già esistenti che hanno NPU e Copilot ma non il tasto fisico. Inoltre, il tasto sembra più un espediente di marketing dato che Copilot può essere avviato premendo Windows+C.
PC Copilot+: il nuovo standard di Microsoft
Microsoft ha introdotto una nuova categoria di PC chiamati “PC Copilot+“, realizzati da vari produttori come Asus, Dell, HP ecc. Per essere certificati come tali, questi computer devono avere requisiti hardware minimi come almeno 16GB di RAM, 256GB di storage e una NPU (unità di elaborazione neurale) in grado di eseguire 40 trilioni di operazioni al secondo.
Inoltre, i PC Copilot+ avranno accesso esclusivo ad alcune funzionalità di intelligenza artificiale di Windows, come la generazione di immagini, effetti per webcam, traduzione in tempo reale e la controversa funzione Recall.
Gli altri PC, anche molto recenti, non potranno accedere a queste funzionalità esclusive, almeno fino al rilascio di nuovi processori Intel e AMD entro fine 2024. Quindi la certificazione Copilot+ di Microsoft punta a creare una categoria premium di AI PC, anche se le funzionalità aggiuntive sembrano piuttosto deboli e replicabili con software di terze parti (generatori di immagini AI, traduttori AI, ecc.). Perciò, per molti utenti non sarà indispensabile acquistare questi costosi modelli certificati.
Chi produce gli AI PC?
Se si considera la definizione più diffusa di AI PC, che prevede la presenza di CPU, GPU e NPU (unità di elaborazione neurale) all’avanguardia, molti produttori stanno già realizzando laptop con queste caratteristiche. Tra i principali ci sono Dell, HP, Lenovo, Asus, Acer, Samsung e Microsoft.
Questi portatili integrano processori di ultima generazione in grado di supportare funzionalità di intelligenza artificiale, come i chip Intel Core Ultra “Meteor Lake”, AMD Ryzen 7000, e Qualcomm Snapdragon X Elite. Quindi, seguendo questi criteri di CPU/GPU/NPU performanti, diversi modelli di laptop recenti sul mercato possono già considerarsi degli “AI PC”, anche se non tutti integrano funzionalità software esclusive dedicate all’intelligenza artificiale.
La distinzione principale al momento è tra i laptop certificati come “Copilot+” da Microsoft, con accesso a funzioni AI avanzate di Windows, e gli altri portatili comunque dotati dell’hardware necessario ma con possibilità limitate sul software.
Che cos’è esattamente una NPU?
Le NPU (Neural Processing Unit) sono unità di elaborazione specializzate nell’intelligenza artificiale. Sono progettate per eseguire in parallelo i calcoli matematici necessari per algoritmi e modelli AI, come le reti neurali. Sfruttano architetture ottimizzate per questo tipo di carico computazionale.
Le NPU si differenziano da CPU e GPU perché sono progettate e ottimizzate specificamente per eseguire i calcoli richiesti dal machine learning e dalle applicazioni di intelligenza artificiale. Rispetto alle unità di elaborazione generiche, le NPU garantiscono prestazioni superiori ed efficienza energetica per i carichi di lavoro di AI.
Per questo i principali produttori le stanno integrando all’interno dei loro processori, accanto a CPU e GPU, per creare soluzioni hardware ideali per supportare funzionalità avanzate di intelligenza artificiale.
E i PC desktop?
Al momento, i PC dotati di NPU (unità di elaborazione neurale) sono esclusivamente computer portatili, o in alcuni casi tablet e palmari da gaming. I produttori di chip come AMD e Intel non hanno ancora rilasciato processori per desktop con NPU integrata. Una ragione importante per includere le NPU nei dispositivi mobili è che queste unità di calcolo sono molto efficienti dal punto di vista energetico.
Ciò consente di migliorare l’autonomia della batteria dei portatili. I desktop invece non hanno limitazioni di batteria. Per questo i produttori possono permettersi di realizzare processori desktop più potenti e meno efficienti dal punto di vista dei consumi, senza preoccuparsi di integrare NPU che ottimizzano i consumi.
In poche parole, le NPU sono utili nei portatili per migliorarne la durata della batteria, mentre non servono nei desktop che possono permettersi componenti più potenti ed energivori. Per questo ad oggi le NPU si trovano solo nei portatili e non ancora nei processori per desktop.
I Mac di APPLE possono definirsi AI PC?
I Mac di Apple presto integreranno funzionalità di intelligenza artificiale e possono quindi essere considerati degli “AI PC”, sia laptop che desktop. Questo autunno, con il nuovo sistema operativo macOS Sequoia, Apple introdurrà la beta di Apple Intelligence, che include generatori di testo e immagini, emoji personalizzate e un assistente Siri potenziato dall’AI.
Tutti i Mac, sia portatili che fissi (iMac, Mac Studio, Mac Pro), utilizzano i chip progettati da Apple (M1, M2, ecc.) che integrano NPU, le unità neurali per l’elaborazione dell’AI. Quindi i Mac desktop, a differenza di quelli Windows, dispongono già dell’hardware necessario per supportare le funzionalità di intelligenza artificiale che Apple sta implementando. In sintesi, poiché integrano NPU e presto anche software dedicato, i Mac, sia portatili che fissi, possono essere considerati a pieno titolo degli “AI PC”.
È necessario comprare un AI PC?
Al momento non c’è una vera necessità di acquistare un computer con funzionalità AI integrate. Le capacità di intelligenza artificiale sui normali computer sono ancora piuttosto limitate e basilari. Molte funzioni AI che sentiamo nominare, come i chatbot o i programmi che generano immagini, in realtà utilizzano server internet remoti per funzionare, non sono eseguite direttamente sul nostro PC.
I computer dotati di componenti hardware dedicati all’intelligenza artificiale, come i processori NPU, al momento permettono solo alcune funzionalità in più rispetto ai PC tradizionali. Ad esempio, su un portatile questi chip specializzati possono migliorare l’autonomia della batteria quando si utilizzano programmi di elaborazione video o foto. Ma si tratta di vantaggi ancora marginali per l’utente comune.
Molte delle applicazioni di intelligenza artificiale di cui sentiamo parlare sono ancora sperimentali e in fase di sviluppo. Non sono ancora mature per un utilizzo quotidiano indispensabile. Quindi, se l’attuale computer soddisfa le proprie esigenze, probabilmente si può continuare ad usarlo tranquillamente e non è necessario aggiornarlo per forza ai nuovi modelli con componenti per l’intelligenza artificiale integrati. Queste tecnologie sono ancora piuttosto acerbe e non comportano un vantaggio immediato nell’uso di tutti i giorni del PC.
I PC AI sono più sicuri?
Uno dei motivi per cui alcune persone preferiscono usare funzioni di intelligenza artificiale direttamente sul proprio computer portatile, invece che accedere a servizi di AI in cloud, è per una maggiore sicurezza e privacy. Se si usa l’intelligenza artificiale sul proprio dispositivo, i dati elaborati rimangono solo sul computer e non vengono inviati su Internet.
Invece i servizi in cloud devono per forza trasferire i dati sui loro server remoti per funzionare. Però bisogna anche dire che le funzionalità di intelligenza artificiale sui dispositivi devono comunque essere progettate in modo sicuro e responsabile, come ha dimostrato Microsoft con Recall, che rischiava di condividere troppe informazioni personali dell’utente. Quindi il solo fatto di avere l’AI sul dispositivo non basta per garantire sicurezza e privacy.