COSMO-SkyMed: a cosa serve il satellite italiano?

COSMO-SkyMed: a cosa serve il satellite italiano?

La missione COSMO-SkyMed è un concentrato di tecnologia che avrà molte funzioni e un grande ruolo strategico per la sicurezza dell'Italia.
COSMO-SkyMed: a cosa serve il satellite italiano?
La missione COSMO-SkyMed è un concentrato di tecnologia che avrà molte funzioni e un grande ruolo strategico per la sicurezza dell'Italia.

Dopo non poche peripezie, il lancio del secondo satellite italiano COSMO-SkyMed è stato finalmente concluso con successo. Il progetto è finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (fondi assegnati dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Difesa), ma non a tutti è forse chiara l’incredibile importanza di avere a disposizione uno strumento di tale importanza.

COSMO-SkyMed: un occhio sull’Italia

La costellazione è da anni impegnata nella misurazione di parametri utili al monitoraggio di ambiente e territorio, ma l’innovazione tecnologica ha permesso di alzare le performance di tale osservazione ad un livello completamente nuovo in termini di precisione. Tra le missioni affidate a COSMO-SkyMed, ad esempio, vi sarà il monitoraggio di oltre 40 mila edifici scolastici, cercando possibili elementi critici che possano suggerire problemi di territorio, di stabilità o di eventuali dissesti geografici.

Ma si va anche ben oltre:

La costellazione consente di misurare l’impatto dei cambiamenti climatici, monitorare la gestione delle risorse naturali da parte dell’uomo, come ad esempio l’eccesso di sfruttamento agricolo e dell’allevamento di bestiame, misurando l’urbanizzazione, rifiuti abusivi e la gestione delle risorse idriche. I dati radar di COSMO-SkyMed consentono di ottimizzare la classificazione dei terreni e il monitoraggio delle colture durante il ciclo di crescita, al fine di ottimizzare I raccolti, e di osservare monumenti, edifici storici o aree archeologiche studiandone i cambiamenti nel tempo

I satelliti COSMO-SkyMed potranno vedere ciò che non sappiamo o non possiamo notare dalla Terra, il tutto con misurazioni ad alta tecnologia direttamente dallo Spazio e senza problemi di meteo o luminosità. Questa grande elasticità consentirà massima flessibilità di utilizzo e piena continuità operativa, garantendo pertanto quel tipo di monitoraggio di cui il Paese necessita. Spiega Lorenzo Guerini, Ministro della Difesa:

La costellazione di satelliti COSMO-SkyMed di seconda generazione costituisce una risorsa di fondamentale importanza per la Difesa, grazie alle capacità di osservazione della Terra in qualsiasi condizione meteorologica. A livello strategico, consentirà alla Difesa di avere un quadro informativo costantemente aggiornato dei potenziali fattori di rischio e la tempestiva valutazione della situazione operativa, al fine di supportare il processo decisionale per operare le scelte più opportune. Con questo programma l’industria nazionale spaziale conferma la propria posizione di leadership nello sviluppo dei sistemi ad alta tecnologia, in particolare radar e sensori ad altissima risoluzione. […] Il programma COSMO-SkyMed rappresenta, inoltre, una opportunità importante per future ulteriori cooperazioni in ambito internazionale.

Interessante è anche il cenno di Guerini ad un concetto sempre più cruciale di “sovranità tecnologica“, aspetto che ormai fa parte del concetto di indipendenza e autodeterminazione di una nazione. Secondo Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca, tutto ciò sarà fondamentale inoltre per seguire passo a passo gli anni della transizione ecologica. Nessuna politica potrà infatti esimersi dal confrontarsi con la realtà, soltanto misurazioni precise e continuative potranno offrire una visione d’insieme utile alle politiche di intervento:

Grazie ai satelliti di Seconda generazione avremo una qualità dei dati ottenuti ancora migliore e la possibilità, per esempio, di continuare a studiare, con precisione e puntualità sempre maggiori, i trend dei processi naturali e antropici che la comunità scientifica italiana e internazionale stanno monitorando da più di un decennio proprio attraverso questa costellazione. Dovendo affrontare transizioni ecologiche e cambiamenti climatici, agire su questo fronte e investire nella ricerca può rivelarsi determinante.

I numeri già maturati dal progetto sono snocciolati da Vittorio Colao, ministro dell’Innovazione: 5 i satelliti in orbita, 2 milioni le immagini già raccolte dal 2008 a oggi (con un ritmo che è ora destinato ad aumentare in modo sostanziale dopo il nuovo invio in orbita) e l’asticella delle ambizioni che si alza notevolmente grazie alla nuova spedizione ed alla qualità delle rilevazioni che sarà in grado di portare avanti fin dai prossimi mesi.

Fonte: ASI
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Pubblicato il
2 feb 2022
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