Negli Stati Uniti è il primo caso di diffamazione cinguettata, portato al cospetto di una giuria di Los Angeles dall’ex-avvocato della rockstar Courtney Love, Rhonda J. Holmes. Lo scontro legale aveva attirato le attenzioni dello showbiz , così come degli attivisti digitali che si battono per la tutela delle più disparate forme di espressione online. Fondatrice della band al femminile Hole, Love è stata assolta per quella sottile differenza che divide la sfera pubblica da social network e un velenoso rancore personale manifestato in privato.
Era la fine del 2009 quando l’ex-moglie di Kurt Cobain assoldava la società legale di San Diego Gordon & Holmes per la delicata gestione dell’eredità (artistica e patrimoniale) del leggendario leader dei Nirvana morto suicida a 27 anni. Dopo fastidiosi dissapori, Courtney Love aveva accusato Rhonda Holmes di corruzione, in un rumoroso micropost in 140 caratteri. Secondo la ricostruzione offerta dal giudice californiano, la rocker si sarebbe subito resa conto della portata pubblica delle sue esternazioni, provvedendo dopo pochi minuti alla rimozione del tweet in questione .
La stessa Courtney Love ha spiegato al giudice di essere una “ritardata informatica”, avendo scambiato la pubblicazione di un cinguettio su Twitter per l’invio di un messaggio diretto (e dunque privato) tramite la stessa piattaforma di microblogging. Con una richiesta di risarcimento da 8 milioni di dollari, Holmes aveva denunciato Love per il micropost diffamatorio, con il timore di vedere completamente distrutta la sua carriera. In qualità di avvocato di un personaggio pubblico, il legale non sarebbe più riuscito a lavorare.
Ma lo stesso avvocato della rocker statunitense non sarebbe riuscito a dimostrare che la sua cliente dubitasse, o addirittura mentisse, sulla effettiva veridicità delle affermazioni in odore di diffamazione. In aggiunta, il giudice losangelino ha riconosciuto uno status di “figura pubblica a tempo determinato” per Holmes, dunque maggiormente esposta rispetto ad un privato (e cinguettante) cittadino. Nel caso di Love, la pubblicazione di un tweet è stata equiparata alla divulgazione di una semplice opinione , piuttosto che un dato di fatto soggetto alla revisione giudiziaria nei casi di diffamazione online.
Mauro Vecchio