Garantire l’accesso a un’informazione di qualità e non viziata da distorsioni è di fondamentale importanza nell’ottica di uno sforzo collettivo per uscire dall’emergenza coronavirus. Lo sa bene Google, che annuncia oggi un’iniziativa in linea con quella svelata nei giorni scorsi da Facebook, rivolta al mondo del giornalismo e più nel dettaglio a chi si occupa di fact-checking.
Coronavirus e disinformazione: l’impegno di Google
Il gruppo di Mountain View mette sul piatto 6,5 milioni di dollari destinandoli a coloro impegnati su questo fronte, attraverso la Google News Initiative. Tra le realtà supportate First Draft, Full Fact e International Fact-Checking Network. Creeranno database specifici da offrire alla stampa di tutto il mondo che quotidianamente si trova a dover riportare notizie sul tema COVID-19. Lo sforzo ha come finalità quello di fornire risposta a un’esigenza manifestata da chi è impegnato in prima linea nella gestione della crisi.
Le autorità sanitarie hanno avvertito che una sovrabbondanza di informazioni può rendere più difficile per le persone trovare contenuti affidabili sulla pandemia di coronavirus.
Risposta che può giungere solo dalla collaborazione fra tutti gli attori coinvolti: dal mondo della scienza così come dalla stampa, dal pubblico e dalla tecnologia. BigG, così come altre realtà del settore, ha deciso di fare la propria parte. Per quanto riguarda l’Europa e più nel dettaglio l’Italia, gli sforzi saranno coordinati da Full Fact e Maldita. In Germania a beneficiare del supporto sarà CORRECTIV. Per l’America Latina il comunicato parla di LatamChequea.
Online anche una dashbord di Trends in cui vengono messe in evidenza le tendenze di ricerca in alcuni paesi (qui la sezione per l’Italia) utile per capire cosa cerca chi naviga, qual è il sentimento e quali sono gli umori della collettività in questo momento difficile.