Uno dei progetti finanziati dall’Unione Europea per la lotta al Covid-19 consta in un’app per smartphone pensata per tentare di diagnosticare la malattia partendo dal suono della voce e della tosse. Possibile? Complesso, ma potrebbe essere d’aiuto. Quello che era un semplice progetto iniziale quando ne parlammo un mese fa, ora è un’app sperimentale che chiunque può scaricare per offrire il proprio contributo alla scienza.
COVID-19 Sounds App
Il progetto Covid-19 Sounds App è stato così spiegato dalla prof. Cecilia Mascolo dell’Università di Cambridge:
Sappiamo ancora troppo poco su questo virus e sulla malattia che provoca, e in una situazione pandemica come quella in cui ci troviamo attualmente, più informazioni attendibili riusciamo a ottenere, meglio è. Parlando con i medici, uno degli aspetti più diffusi che hanno notato nei pazienti affetti dal virus, riguarda il modo in cui riprendono fiato mentre parlano, oltre a una tosse secca e agli intervalli del loro andamento respiratorio
Come noto, una delle evoluzioni a cui può portare il coronavirus è una polmonite bilaterale sulla quale tutto il mondo sta concentrando i propri studi, in cerca di cure e di vaccini per calmierare l’impatto della pandemia a livello globale. Ciò comporta una specifica risposta del corpo che il mondo esterno può percepire in vari modi, uno dei quali può essere il suono.
Come contribuire
L’app è disponibile anche in italiano, può essere scaricata qui (solo versione per Android, ma è promessa anche la versione per iOS a breve).
Offri registrazioni di tosse, respiro e voce e riporta i tuoi sintomi per aiutare i ricercatori dell’Universita’ di Cambridge a capire se una persona soffre di COVID-19. Dati di utenti sani o malati ben accetti.
Per facilitare la ricerca abbiamo lanciato una raccolta di dati a larga scala. La app raccoglie dati demografici e di precorso medico attraverso un questionario, in aggiunta a registrazioni di voce (mentre leggi un testo sullo schermo), respiro e suono dal microfono del telefono. Colleziona anche un dato di posizione mentre rispondi al questionario e chiede se hai fatto un tampone per COVID-19 e il suo risultato di recente. La app non registra la tua posizione e raccoglie dati solo quando la stai usando. I data saranno raccolti sui server dell’Universita e usati solo per ragioni di ricerca.
Lo studio, approvato dal comitato dell’etica del Dipartimento di Informatica dell’Università di Cambridge, è parzialmente finanziato dall’European Research Council attraverso il Progetto EAR (Audio-based Mobile Health Diagnostics). La speranza è quella di poter diagnosticare, almeno parzialmente, il Covid-19 a distanza: ciò potrebbe limitare le occasioni di contagio per i sanitari, potrebbe ridurre la pressione futura in caso di nuovi picchi e potrebbe aiutare anche nell’analisi di ulteriori infezioni similari.
Bastano un’app, uno smartphone e una connessione: l’elaborazione successiva del ritmo di lettura, dei suoni e di ogni altro segno derivante da voce o colpi di tosse saranno a carico dei server remoti incaricati dell’analisi del flusso audio ricevuto.