Analizzare i trend di ricerca per meglio comprendere l’impatto della crisi sanitaria. È l’idea di Google che sulla base delle informazioni cercate online valuta ora come l’effetto di COVID-19 sia stato avvertito negli Stati Uniti. Lo avevamo già fatto su queste pagine a fine febbraio, prendendo in considerazione i volumi delle query inviate dagli utenti del nostro paese.
Coronavirus: le query su Google per la ricerca scientifica
Il gruppo di Mountain View ha deciso di offrire alla comunità di ricercatori un dataset (COVID-19 Search Trends symptoms dataset) che include informazioni dettagliate sulle ricerche, così che possa tornare utile ad esempio per definire una relazione tra l’interesse nei confronti di una determinata parola chiave e l’incidenza della malattia.
L’animazione qui sotto ben fotografa la situazione: fa riferimento a quelle per il termine “fever” (“fever”) nel periodo che intercorre tra gennaio e giugno. Sono in totale circa 400 i termini presi in esame: tra gli altri “pain” (“dolore”), “shortness of breath” (“mancanza di respiro”), “cough” (“tosse”), “loss of smell” (“perdita del gusto”), “infection” (“infezione”), “anxiety” (“ansia”), “sore throat” (“gola infiammata”) e “nausea”. Il periodo complessivo coperto è quello degli ultimi tre anni.
Google garantisce il pieno rispetto della privacy. Le query sono aggregate e anonime, in nessun modo legate agli utenti o agli account che le hanno generate. Il prossimo step del progetto è quello che porterà a estendere il raggio d’azione dell’iniziativa, includendo altri territori, sulla base dei feedback e delle richieste ricevute dalla comunità scientifica impegnata nell’azione di contrasto al coronavirus in modo da rispondere a necessità specifiche.