Oltre che sul fronte dei risultati economici propriamente detti , da un po’ di tempo i due produttori di CPU in standard x86 se le danno di santa ragione anche dal punto di vista delle prestazioni. O meglio: in attesa del debutto commerciale di Ryzen , le indiscrezioni parlano di chip estremamente competitivi e Intel corrobora in qualche modo queste voci anticipando quelli che sono i suoi piani per il futuro prossimo venturo.
Santa Clara teme la rivalsa tecnologica di Sunnyvale, e a testimoniare questi timori ci sono le anticipazioni sui chip Core di ottava generazione indicate dal CEO Brian Krzanich in un incontro con gli azionisti: le nuove CPU arriveranno nella seconda metà del 2017 e saranno per l’ennesima volta realizzate sul nodo dei 14 nanometri , processo produttivo che viene quindi adottato per la quarta volta pur permettendo – dice Intel – incrementi prestazionali compatibili con la legge di Moore.
La prossima generazione di CPU Intel dovrebbe infatti garantire performance il 15 per cento superiori all’ architettura Kaby Lake , e potrebbero inizialmente riguardare – come già i succitati chip Kaby Lake – i dispositivi informatici portatili a bassi consumi delle serie U e Y. E le CPU a 10 nanometri? Arriveranno , e saranno probabilmente dedicate – almeno nei primi mesi – esclusivamente al mercato server.
Anticipazioni ufficiali sull’ottava generazione a parte, sul fronte delle indiscrezioni si parla poi di due nuove aggiunte all’attuale line-up Kaby Lake con Core i7-7740K e Core i5-7640K : attese al debutto nei prossimi mesi, le due CPU dovrebbero garantire rispettivamente clock di base da 4,3GHz (4,6GHz in modalità Turbo) e 4GHz, e forse addirittura il supporto all’Hyper-Threading (con conseguente raddoppio dei core logici rispetto a quelli fisici) esteso per la prima volta a un processore della linea Core-i5.
È facile interpretare i nuovi Core Kaby Lake che arrivano a una frequenza di 4,3GHz come il tentativo di Intel di mettere le mani avanti rispetto a Ryzen , e ulteriori indiscrezioni su quest’ultima architettura confermerebbero la legittimità della mossa “difensiva” di Chipzilla.
Le future CPU di AMD includono una line-up di 17 SKU che va dai modelli di punta con TDP a 95W (Ryzen 7 1800X, 7 1700X, 5 1600X) ai chip da 65W (Ryzen 5 1500 – Ryzen 3 1100), dove la lettera “X” indica il supporto alla funzionalità Extended Frequency Range (XFR) con overclock automatico delle frequenze laddove le condizioni termiche lo permettano.
Le ultime indiscrezioni riguardano infine i benchmark , croce e delizia degli appassionati, dei potenziali acquirenti ma anche delle aziende che questi chip li devono pur vendere: non c’è nulla di ufficiale, ma Ryzen 7 1700X, una CPU che dovrebbe costare circa 390 dollari ed essere 100 dollari più economica rispetto a Ryzen 7 1800X, avrebbe la capacità di raggiungere, contrastare e persino stracciare – in certi scenari di calcolo a thread singolo o multiplo – i due attuali “campioni” di performance di Intel nel settore desktop (Core i7-7700K quad-core a 4,2GHz) ed enthusiast (Core i7-6900K octa-core a 3,2GHz). Con la differenza, non certo marginale, di presentare un costo estremamente competitivo rispetto alla concorrenza.
Alfonso Maruccia