Intel aveva provato a seguire la strategia delle minacce legali per fermare la prevedibile proliferazione della master key di HDCP , ma nonostante il muso duro del chipmaker – che fornisce la licenza di sfruttamento della tecnologia – la protezione delle connessioni multimediali in formato digitale ha comunque raggiunto la sua prima implementazione in software .
Gli sviluppatori Rob Johnson e Mikhail Rubnich hanno infatti realizzato un programma in grado di decodificare flussi audiovisivi in Full HD (1920×1080 pixel), per di più adottando una licenza open per la distribuzione del codice sorgente. Il codice replica in software quello che HDCP fa in hardware, vale a dire autenticare la filiera di dispositivi usati per la fruizione di contenuti hi-def (ad esempio lettore Blu-ray o scheda grafica e TV-set 1080p) e autorizzare la visualizzazione dei suddetti contenuti al massimo della definizione possibile.
Trattandosi di una prima implementazione, il decodificatore software di Johnson e Rubnich lascia ampio spazio alle ottimizzazione – sfruttamento delle istruzioni “multimediali” extra delle CPU Intel e AMD in primis – e non è particolarmente efficiente nel suo compito: gli sviluppatori sostengono che per decifrare un flusso HDCP a 1080p a 30 frame al secondo sia necessario un processore multi-core (dual-core) a 64 bit sufficientemente veloce e 1,6 Gigabyte di RAM liberi.
Nondimeno è solo l’inizio, e con l’ulteriore raffinamento del codice è altamente probabile che gli sviluppatori (con Johnson e Rubnich che invitano chiunque voglia cimentarsi a scaricare e modificare il loro programma) arrivino a concretizzare quello che è diventato l’incubo di Intel e delle major hollywoodiane: dispositivi elettronici e tool informatici a buon mercato in grado di “ripulire” il segnale digitale Full HD dalle restrizioni di HDCP.
A quel punto l’utente col segnale potrà farci un po’ quel che vuole, inclusa la registrazione su hard disk, PC e media center e la visualizzazione su televisori sprovvisti di connessioni digitali protette (HDMI o DVI-I/D). Non che la cosa abbia un particolare significato per i “pirati” e gli appassionati di entertainment: i primi si sono da tempo rivolti al P2P per poter attingere a un database sterminato di contenuti in una definizione che più alta non si può, mentre i secondi non hanno che l’imbarazzo della scelta per la rimozione o la circonvenzione di HDCP tra stripper HDMI , HD-PVR e strumenti di editing di alta qualità a costi abbordabili.
Alfonso Maruccia