Ha 16 anni il secondo sospetto tratto in arresto dalle autorità britanniche nel contesto delle indagini relative alla breccia inferta ai sistemi di TalkTalk: l’ attacco condotto nei confronti dell’operatore britannico, le cui dinamiche si confondono in una ridda di dichiarazioni contraddittorie, sembrava inizialmente avesse coinvolto 4 milioni di utenti, con i loro dati personali.
Mentre delle perquisizioni si svolgevano anche nell’area di Liverpool, l’abitazione del giovane, a Feltham, è stata ispezionata nel corso della giornata di giovedì dalla Metropolitan Police Cyber Crime Unit: il 16enne è stato arrestato per presunta violazione del Computer Misuse Act, subito rilasciato in attesa di confrontarsi con la giustizia.
Nei giorni scorsi, un altro minore aveva subito lo stesso trattamento : l’altro soggetto che si ritiene connesso al cyberattacco di TalkTalk ha 15 anni e risiede in Irlanda del Nord.
L’operatore vittima dell’incursione, dal canto suo, ha rilasciato degli aggiornamenti riguardo alla violazione: la breccia avrebbe avuto sugli utenti un impatto minore di quello che si temeva inizialmente: sono meno di 21mila i numeri di conto corrente e i codici bancari a cui i cybercriminali hanno avuto accesso e sono meno di 28mila i dettagli della carte di credito. TalkTalk aveva già riferito che, pur non cifrati, i dettagli delle carte di credito sarebbero stati inutilizzabili da eventuali malintenzionati che intendessero riciclarli per scopi truffaldini.
Si aggirano invece intorno agli 1,2 milioni gli utenti coinvolti dalla violazione, i cui nomi, le cui identità abbinate ai rispettivi indirizzi email e numeri telefonici sono state trafugate dai cracker.
Gaia Bottà