Washington (USA) – Insieme all’amico 20enne Alexey Ivanov, il 26enne Vasily Gorshkov è stato indotto a venire negli USA con un trucco dall’FBI. Arrestato con l’accusa di numerose azioni di cracking, Gorshkov è stato ieri riconosciuto colpevole da un tribunale di Washington.
Il cracker è accusato di essere entrato illecitamente nei computer di istituzioni finanziarie per sottrarre dati di carte di credito e di aver rubato informazioni finanziarie su centinaia di computer e aver tentato anche di ricattare le aziende nei cui sistemi si era infiltrato, chiedendo denaro in cambio della restituzione dei dati sottratti. Tra le accuse anche la frode e la cospirazione.
Il caso di Gorshkov e di Ivanov è balzato agli onori delle cronache quando lo scorso aprile l’FBI mise a segno un arresto estremamente discutibile. I cybercops americani, infatti, avevano individuato nei computer dei due russi una serie di prove delle loro “effrazioni”. A quel punto li avevano indotti a recarsi negli States con un approccio operato da una inesistente azienda di Silicon Valley. Una volta atterrati su suolo americano i due sono stati arrestati.
Entrambi nei mesi scorsi hanno cercato di fare in modo che l’arresto venisse annullato proprio per le procedure utilizzate, ma un tribunale di Seattle ha deciso che l’operazione FBI è stata regolare.
Ora Gorshkov rischia fino a cinque anni per ogni capo di imputazione sebbene gli osservatori ritengano che non rischi, complessivamente, più di sei o sette anni di carcere. Prima dell’estate anche il suo “complice” Ivanov, che rischia ben di più, era stato riconosciuto colpevole dei fatti ascrittigli.