Washington (USA) – Il “cyber storm” è iniziato e quasi nessuno se n’è accorto. Il Dipartimento americano della Homeland Security ( DHS ) sta scatenando una battaglia virtuale – concordata per un periodo finestra che va dal 6 al 10 febbraio – che simula attacchi informatici verso infrastrutture strategiche federali e private. Insomma, un test sul campo che dovrebbe permettere di comprendere la qualità dei sistemi di difesa e le modalità di reazione.
Gli obiettivi comprendono almeno 20 aziende , situate in Australia, Canada e Regno Unito, e due agenzie governative statunitensi. Ulteriori dettagli non sono stati divulgati per evidenti esigenze di sicurezza – una aggressione telematica in contemporanea potrebbe rivelarsi un grosso problema in questi giorni.
Si tratta della prima “tempesta” internazionale, e fa parte di uno dei piani difensivi della DHS, designata al rafforzamento dei sistemi di comunicazione e al miglioramento degli standard di coordinamento internazionale. In verità i cyber attacchi erano stati programmati per lo scorso autunno ma l’avvento dell’uragano Katrina aveva fatto rimandare ogni operazione.
Gli scenari di attacco, comunque, sono limitati a contesti elettronici protetti . Non si tratta certamente di azioni in stile cinematografico, alla I signori della truffa , ma i risultati dovrebbero aiutare il National Cyber Response Coordination Group a dimostrare le proprie capacità di intervento. E agli osservatori del Dipartimento di determinare dove e come agire per raggiungere un miglior livello di efficienza.
La strategia è quella di attivare “incidenti” concatenati che possano mettere in difficoltà le infrastrutture più importanti di un paese occidentale, da quelle private a quelle energetiche e dei trasporti. Il “cyber storm”, la tempesta cyber, secondo i promotori permetterà di identificare quali possano essere le contingenze che limitano le azioni di riposta e il recovery, e le migliori modalità collaborative per la condivisione di informazioni con le strutture di intervento .
Venerdì prossimo sarà organizzata una conferenza stampa per illustrare i primi risultati. Sul lungo termine, DHS mira allo sviluppo di nuovi strumenti di difesa , che possano rispondere adeguatamente agli impegni presi pubblicamente dall’amministrazione Bush. Nei giorni scorsi proprio Bush ha richiesto un aumento del 6% dei finanziamenti per la sicurezza interna. Le cifre in ballo ormai sono da capogiro: le stime indicano in 42,7 miliardi di dollari il budget complessivo per il 2007 . L’ultima parola al Senato. E ovviamente all’esito della battaglia.
Dario d’Elia