Craigslist, il noto repository di inserzioni online, si avvia sfondare quota 100 milioni di dollari di introiti annuali per la soddisfazione dei propri manager, che tuttavia si trovano ancora una volta a fare i conti con le accuse di incitamento alla prostituzione. A destare l’interesse degli organi di giustizia sono ancora una volta gli annunci a sfondo sessuale presenti sul sito che, secondo gli analisti di Advanced Interactive Media Group , dovrebbero fruttare circa 36 milioni di dollari, più di un terzo della proiezione per il 2011.
Analogamente a quanto accaduto in passato, il CEO James Buckmaster si è affrettato a ribadire che “l’utilizzo indebito di Craigslist è assolutamente inaccettabile”, tuttavia il procuratore generale del Connecticut, Richard Blumenthal, non avrebbe intenzione di mollare la presa, soprattutto dopo il caso di prostituzione minorile a mezzo Craigslist scoperto non più di una settimana fa dalle autorità. Il torto di Craigslist, secondo Blumenthal, sarebbe quello di procedere all’incasso di denaro proveniente da annunci illegali.
Una teoria subito ribattuta da Buckmaster il quale ha ricordato che “negli Stati Uniti esistono migliaia di siti con pubblicità a sfondo sessuale e che Craigslist ha sempre fatto il massimo per combattere lo sfruttamento dei minori”, specificando infine che ai gestori del sito non può essere addossata la responsabilità di quanto postato dagli utenti, come sancisce il Communications Decency Act .
L’ultima volta che Craigslist era stato portato in tribunale fu ad opera di uno sceriffo a cui la prostituzione non andava per niente a genio, ma il sito di inserzioni ne uscì pulito.
Giorgio Pontico