Sono state messe in vendita, vittime di abusi sessuali, costrette con la forza a prendere parte a un mercimonio di corpi che si consumava per mezzo di annunci online. Sono minorenni, si definiscono “sopravvissute al traffico sessuale di Craigslist”. Ne parlano in un appello accorato rivolto al fondatore del sito di annunci, alimentando il polverone che nel quale vociano media e politici .
Hanno pagato , con il supporto di una organizzazione che si batte contro la prostituzione minorile, uno spazio fra le pagine del Washington Post per dare visibilità ad una lettera aperta indirizzata a Craig Newmark: si rivolgono al fondatore chiamandolo per nome, si presentano con delle iniziali. Sono giovani donne, i loro aguzzini utilizzavano il sito di annunci per mettersi in contatto con coloro che avrebbero pagato per abusare di loro. E dicono di non essere le sole : “conosco personalmente almeno 20 ragazze che facevano parte del traffico di Craigslist”, scrive AK; “tutto il giorno, io e altre ragazze stavamo davanti ai nostri computer, postando fotografie e rispondendo ad annunci su Craigslist”, scrive MC.
“Craigslist – denunciano – rende questo tipo di orribili atti una pratica così facile da portare avanti”: si appellano direttamente a Newmark di fronte alle folle dei lettori, raccontano la loro storia straziante affinché Craigslist chiuda la sezione dedicata ai soli adulti. Una sezione già confinata dietro il pagamento di un contributo in denaro da parte degli inserzionisti donato poi in parte in beneficenza, pattugliata da revisori che verificano che gli annunci siano aderenti alle leggi dei singoli stati degli USA (ma che non possono intervenire su annunci che ammiccano al lettore codificando le profferte in un gergo tanto allusivo quanto ineccepibile per la legge).
Tutto ciò non sarebbe sufficiente: non basta alle vittime del racket, non basta all’organizzazione che le supporta, che ha definito Craigslist “il Wal-Mart del traffico sessuale online”.
Non basta nemmeno ai media : non al Washington Post che, dopo la pubblicazione della lettera aperta, si scaglia contro Newmark ricordando al lettore che il fondatore ha preferito bighellonare sui social media piuttosto che intervenire in risposta alle due giovani; non alla CNN , che ha dato spazio ad un editoriale a firma di una rappresentante dell’associazione che ha supportato le due giovani e ha pubblicato un video in cui si svelano le dinamiche della prostituzione mediata dagli annunci.
Non basta alle autorità la collaborazione offerta da Newmark, disposto a trasformare la propria piattaforma in uno spazio sottoposto alla mediazione di controllori. Craigslist è sotto indagine in diversi stati, nonostante sia stato acclarato che la responsabilità della piattaforma finisce ove inizia quella degli utenti che lo popolano. Nei giorni scorsi è stata negata a Craigslit la possibilità di fermare le investigazioni delle autorità del South Carolina, e nel contempo il procuratore del Connecticut è tornato alla carica invocando la chiusura della sezione dedicata agli annunci per adulti.
Ma Craigslist non rinuncia a far sentire la propria voce: in un post sul blog ufficiale si esprime solidarietà e si ricorda il desiderio di collaborare alle indagini, e al contempo si descrivono gli aguzzini delle giovani come dei “criminali” che hanno “abusato del sito”. “Persino i politici che tentano di scalare nella propria carriera criticandoci – il riferimento dei vertici della piattaforma corre esplicitamente ai Procuratori Generali che fanno leva sul rimbalzare del clamore di certi episodi fra media, cittadini e Palazzi – hanno a malincuore ammesso (se messi sotto pressione) che abbiamo fatto enormi passi avanti, e che Craigslist è pressoché l’unica, fra le piattaforme dedicate alle inserzioni, a combattere con forza lo sfruttamento e i racket”.
Gaia Bottà