Craigslist sia tutore della morale

Craigslist sia tutore della morale

Gli USA chiedono più collaborazione al portale di annunci. Per contenere la criminalità mediata dalle inserzioni, per ripulire il lupanare delle inserzioni Craigslist dovrebbe assumersi la responsabilità per i suoi utenti
Gli USA chiedono più collaborazione al portale di annunci. Per contenere la criminalità mediata dalle inserzioni, per ripulire il lupanare delle inserzioni Craigslist dovrebbe assumersi la responsabilità per i suoi utenti

Un ricettacolo di profferte di depravazione, il buio crocicchio in cui si intrecciano le storie di personaggi di malaffare, l’innesco di efferati omicidi: così le recenti cronache ritraggono Craigslist. Il portale dedicato agli annunci appare altresì un canale nel quale le autorità alimentano paure e riversano istanze, un bersaglio da colpire per promettere una società più sicura e irreprensibile.

La bacheca online statunitense è da tempo sotto la lente delle autorità: la mercificazione dei corpi esposta su Craigslist sarebbe da imputare alla scarsa vigilanza da parte dello stesso operatore del servizio . Questa era l’accusa mossa lo scorso anno dal procuratore generale del Connecticut Richard Blumenthal, già noto per aver capitanato battaglie a favore di cittadini impensieriti da una rete presentata come una giungla. La stessa battaglia combattuta da uno sceriffo dell’Illinois, intenzionato ad ottenere dal portale di annunci 100mila dollari per ricompensare le ore di lavoro sottratte alle forze dell’ordine della contea, allertate da inserzioni che potrebbero celare sordide faccende illegali.

Si tratta altresì della stessa crociata portata avanti da un consesso di procuratori generali riuniti a New York per confrontarsi con Craigslist riguardo alla natura del bazar in cui si consumerebbero vicende sul filo della legalità. L’obiettivo, così ha spiegato il procuratore generale dell’Illinois Lisa Madigan, è far sì che Craigslist riconosca che la propria sezione dedicata alle inserzioni erotiche, una sezione peraltro destinata ad un solo pubblico adulto, “non è altro che un postribolo di Internet”: a partire da questa ammissione gli operatori del servizio dovrebbero prendere provvedimenti. Un accordo era già stato stipulato lo scorso anno: Craigslist aveva promesso di cooperare con la giustizia per prevenire e combattere le attività illegali mediate dalle inserzioni con sistemi di autenticazione destinati a selezionare il pubblico che attingesse alle inserzioni confinate nell’area a luci rosse. Nonostante il servizio abbia assicurato di aver conseguito una riduzione della mole degli annunci erotici pari al 95 per cento, i tutori della legge non appaiono soddisfatti.

All’incontro fra legali ha partecipato anche il procuratore generale dello stato del South Carolina, Henry McMaster, intenzionato a farsi portavoce delle apprensioni e delle paure dei cittadini che rappresenta. McMaster ha indirizzato una lettera tagliente ai vertici di Craigslist: se il servizio non si impegnerà per “prendere immediatamente dei provvedimenti affinché non venga usato per agevolare attività pericolose nel South Carolina” il procuratore avvierà un’indagine . McMaster chiede che la sezione del portale dedicata allo stato in cui opera venga epurata dell’area dedicata al pubblico adulto : Craigslist dovrà agire entro le 17 del 15 maggio, entro le 17 del 15 maggio dovrà rimuovere in maniera permanente quanto abbia a che fare con la prostituzione e il materiale pornografico.

Dal portale di annunci hanno promesso di conferire con il procuratore: non intravedono però le basi perché l’indagine possa sfociare in alcun tipo di condanna. Craigslist, in qualità di semplice intermediario, in quanto ” interactive computer service “, sarebbe protetto dalla sezione 230 del Communications Decency Act, in cui si stabilisce che i fornitori di servizi online non possano essere considerati responsabili per ciò che viene postato dagli utenti. Craigslist, spiega anche EFF, avrebbe già offerto una collaborazione che va al di là degli obblighi previsti per legge. In caso contrario, si interverrebbe troppo pesantemente sulla libertà di espressione del cittadino, privandolo della possibilità di manifestarsi in rete in maniera forse non gradita ai più, ma perfettamente legale. Ma le autorità, osservano in molti , se anche fallissero nell’istituire una rete più morigerata potrebbero consolarsi sapendo di essersi fatte interpreti delle istanze di elettori intimoriti dalla spirale delle cronache .

Gaia Bottà

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
8 mag 2009
Link copiato negli appunti