Dopo più di due anni di discussioni all’interno della community e tre diverse bozze, Creative Commons (CC) ha rilasciato la versione 4.0 della sua licenza.
Nella licenza ora pubblicata in buona parte vengono confermate intenzioni, spunti e novità della terza bozza che da febbraio scorso è stata aperta alle consultazioni pubbliche.
Due gli obiettivi della nuova versione, risultato di un viaggio partito con il Global Summit 2011 di Varsavia: spingere il suo utilizzo da parte dei governi e, in generale, per la pubblicazione delle informazioni detenute dal settore pubblico e rappresentare una licenza unica, superando la logica attuale di un fascio di licenze nazionali.
Per quanto riguarda il primo obiettivo la novità più rilevante appare l’inclusione della tutela sui generis sui database, una forma di proprietà intellettuale peculiare introdotta dall’ ordinamento europeo per tutelare i dati non sul fondamento di una presunta originalità, ma in base allo sforzo profuso nella loro raccolta. L’idea dell’organizzazione non profit è che l’implementazione dei database all’interno della logica creative commons può rappresentare uno strumento fondamentale per la divulgazione e la pubblicazione dei dati raccolti dalle pubbliche amministrazioni .
Il secondo obiettivo, una licenza unica per tutti, è invece rinviato ad una fase successiva: dopo la pubblicazione delle licenze 4.0 si provvederà alle singole traduzioni ufficiali del codice legale (cioè del testo giuridicamente vincolante della licenza), anche se diverse sono già state completate e anche quella italiana è in fase di completamento .
Infine, tra le altre novità indotte e le sfumature adottate rispetto alle precedenti versioni, la licenza 4.0 introduce un nuovo meccanismo che “permette a chi violi la licenza inavvertitamente di riguadagnare automaticamente i propri diritti se la violazione è sanata in modo tempestivo”.
Claudio Tamburrino