Twitter ha presentato i risultati finanziari del secondo trimestre del 2015, che si chiude con un positivo più 4 per cento , sufficiente a superare le aspettative degli osservatori.
Twitter, infatti, riporta con un fatturato pari a 502 milioni di dollari , una crescita del 61 per cento rispetto all’ anno scorso che gli permette di guadagnare 0,07 centesimi ad azione e di superare le aspettative degli analisti di Wall Street che si accontentavano di 0,04 centesimi ad azione e 481,28 milioni di fatturato.
Tra i dati negativi, tuttavia, vi sono quelli legati alla sua base di pubblico : il numero di utenti attivi al mese è cresciuto fino a raggiungere quota 304 milioni, poco più dei circa 288 milioni del precedente periodo.
Quantitativamente, dunque, si tratta di una crescita debole che lascia insoddisfatto il CEO ad interim Jack Dorsey, dal momento che rappresenta un rallentamento rispetto al precedente trend. In particolare, poi, appaiono preoccupanti i numeri legati agli Stati Uniti, dove la crescita è praticamente ferma a 65 milioni di utenti attivi al mese.
Peraltro, il Finance Chief di Twitter Anthony Noto ha riferito che gli investitori non si devono aspettare crescite consistenti nel numero degli utenti di Twitter per un “considerevole” periodo di tempo.
Secondo quanto dichiara Dorsey, che non sembra voler risparmiare critiche alla gestione Costolo e non sembra volersi limitare a regnare sulla sua sua creatura come un CEO ad interim, il problema è ancora strutturale : non riesce a spiegare al pubblico che si tratta di un servizio per tutti e non solo per giornalisti e persone appassionate di tecnologia.
A questo non sembrano essere d’altronde serviti gli sforzi degli ultimi mesi di uno degli addetti alla crescita, Christian Oestlien, che proprio prima della trimestrale ha annunciato il suo passaggio a YouTube, e del Director of Product Management Todd Jackson, che ha lasciato invece per Dropbox. In generale, non sembra aver giovato la gestione Costolo, che ha tentato di adottare diverse misure contro troll e fake in primis, per eliminare i rami secchi e quegli account inattivi che per quanto facciano numero non danno valore ai contenuti rispetto agli interessi di utenti e inserzionisti, vera linfa vitale per Twitter.
Claudio Tamburrino