Il volume complessivo delle transazioni in criptovalute all’interno della regione dell’Africa subsahariana è tra i più bassi a livello globale. Ciò nonostante, l’area merita un’attenzione particolare, poiché ospita alcuni dei mercati più sviluppati al mondo su questo fronte, a partire da Nigeria e Kenya.
L’Africa subsahariana e l’adozione delle criptovalute
Stando a quanto rilevato da uno studio condotto da Chainalysis, tra il luglio 2021 e il giugno 2022, i paesi in questione hanno generato movimenti on-chain per un equivalente pari a 100,6 miliardi di dollari. È il 2% dell’attività registrata in tutto il pianeta. Il dato non deve però ingannare, considerando come nel continente africano il settore sia cresciuto del 16% in soli dodici mesi.
In particolare, i trasferimenti al dettaglio inferiori a 10.000 dollari costituiscono il 6,4% di tutte le transazioni, una quota superiore a quella di qualsiasi altra regione.
Gli analisti ritengono che il Ghana possa arrivare a un tasso di adozione simile a quello di Nigeria e Kenya, sulla base della crescita attuale e delle necessità manifestate dalla popolazione. Nel territorio, la piattaforma Paxful, ha registrato un incremento delle operazioni pari al 100% nell’ultimo anno e addirittura del 400% negli ultimi due anni.
Molti nigeriani considerano il Ghana come la loro casa estiva e spendono molto tempo lì, trasmettendo la conoscenza di Bitcoin alla popolazione locale.
Ricordiamo che, per Africa subsahariana, si intente la parte del continente situata a sud del deserto del Sahara. Ulteriori dettagli sono consultabili nella versione integrale del Geography of Cryptocurrency Report Index 2022 di Chainalysis.
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