Ieri la Spagna, oggi il Regno Unito, nella medesima direzione: l’informazione legata alle criptovalute va regolamentata e irreggimentata, affinché l’investitore possa essere pienamente consapevole degli asset che va ad acquisire e possa muoversi in modo razionale nelle operazioni sul proprio portafoglio.
Regno Unito: regolamentiamo le criptovalute
Il Regno Unito, in particolare, intende creare un bilanciamento equilibrato tra quelli che ritiene essere asset di grande interesse e rischi di grave concretezza. Secondo quanto spiegato nell’introduzione ai nuovi interventi proposti dal Tesoro, alcune ricerche avrebbero messo in evidenza una forte scarsità di conoscenza delle criptovalute da parte di gran parte di coloro i quali vi hanno investito su: sempre più persone ne hanno sentito parlare, ma sempre meno investitori ne conoscono realmente la natura. Il rischio, insomma, è che la fiducia nelle crypto sia stata riversata soltanto sull’onda di una pulsione speculativa, nella convinzione di poter addentare un guadagno facile: ciò porta facilmente a trattenere criptovalute in portafoglio oltre ogni ragionevolezza, affrontando rischi concreti di perdita che oltre certi livelli possono diventare un danno di sistema.
Solo nel Regno Unito, ben 2,3 milioni di cittadini possiede criptovalute (in media per un controvalore pari a 280 sterline cadauno): il volume d’affari è inevitabilmente alto (oltre mezzo miliardo di euro), e se parte di questa community non conosce i rischi della volatilità di questi asset, allora viene a crearsi una bolla speculativa di cui le autorità debbono necessariamente occuparsi.
La scelta è quella di partire (così come in Spagna) dalle campagne promozionali: per promuovere investimenti in criptovalute e asset similari occorrerà essere iscritti ad un apposito registro e ciò consentirà al regolatore di tenere sotto osservazione tutto ciò che accade. Al di fuori di questo perimetro si rischierà di incorrere in pesanti sanzioni – sebbene, a differenza dell’iniziativa spagnola, il Regno Unito non faccia ancora esplicito riferimento al mondo degli influencer. Ogni campagna dovrà essere autorizzata dalla Financial Conduct Authority (FCA) al pari di quanto già è previsto per azioni, prodotti assicurativi e altri tipi di investimento.
Entro sei mesi la procedura dovrà essere affinata per poter approdare ad una approvazione definitiva. In questa fase sarà in essere una consultazione pubblica (pdf), dopodiché le nuove misure potranno essere emendate e adottate.