Diverse banche italiane dimostrano di non fidarsi ancora a sufficienza delle criptovalute, limitando di molto il potenziale relativo alla proposta dei loro servizi. Continua a fare eco la recente polemica relativa a quanto dichiarato dal servizio clienti UniCredit durante una chat. Il destinatario che ha pubblicato su Twitter la conversazione era un cliente che voleva usare il suo conto per caricare il wallet digitale e fare crypto trading. Oltre a UniCredit, scopriamo come sono viste le criptovalute dalle banche italiane più importanti.
Criptovalute: Banca Generali e Mediolanum offriranno un servizio crypto
Nonostante ci sia ancora molta diffidenza da parte delle banche italiane nei confronti delle criptovalute esistono due istituti bancari che vorrebbero inserire alcuni servizi crypto. Stiamo parlando di Mediolanum e di Banca Generali.
Mediolanum, nel lontano maggio 2021, aveva dichiarato la volontà di aggiungere investimenti in asset digitali insieme a quelli tradizionali già disponibili. Banca Generali, invece, lo scorso dicembre aveva annunciato di essere al lavoro per dare la possibilità di acquistare Bitcoin e altri token direttamente dalla piattaforma proprietaria.
Intesa Sanpaolo e UniCredit: siamo ancora lontani
Diversi istituti di credito sono lontani da questo mondo. Un esempio è Intesa Sanpaolo, fedelissima alle linee guida della Consob in materia di criptovalute. Tuttavia, dal 2014 a questa parte sta sperimentando con particolare interesse la tecnologia blockchain. L’azienda ad agosto 2019 aveva dichiarato:
Intesa Sanpaolo presidia la blockchain dal 2014 e, pur non avendo costituito ancora una struttura dedicata, ha creato un team ad hoc, composto da esperti provenienti da tutte le aree della Banca per analizzare i possibili impatti e benefici della tecnologia. In particolare, il gruppo di lavoro ha lavorato su diversi aspetti: dalla regolamentazione agli investimenti dei venture capital, dalle nuove piattaforme tecnologiche alle startup, all’analisi di specifici casi d’uso. Inoltre, il Gruppo partecipa ai principali tavoli istituzionali nazionali e internazionali dedicati alla regolamentazione, in primis presso la Commissione Europea e la Federazione Bancaria Europea.
Infine c’è UniCredit che recentemente ha smentito quanto dichiarato da un dipendente durante una chat in assistenza di un cliente in merito alla sua crypto policy. Buona notizia, UniCredit non è intenzionata a chiudere i conti correnti di chi acquista criptovalute sugli exchange più famosi. Nondimeno resta comunque chiara la sua posizione, visto che non ci sono ancora proposte legate al settore asset digitali.