Secondo il recente Rapporto Consob sta crescendo l’interesse degli italiani nei confronti delle criptovalute. Un dato importantissimo, soprattutto se confrontato con i tratti della personalità degli investitori digitali e di come si avventurano in questo mondo. Sale quindi l’interesse verso il trading e le attività crypto. Tra l’altro di questi, il 28% utilizza più servizi finanziari online di quanto non facesse prima dello scoppio della pandemia da Covid-19.
Il profilo dell’investitore medio in criptovalute
Come già anticipato, è interessante confrontare questo termometro identificando il profilo medio di chi investe in criptovalute. Quali sono i tratti della sua personalità? Come agisce in relazione al trading crypto? Perché ha deciso di investire? Queste e altre domande meritano una risposta per avere un quadro il più completo possibile che definirà anche una tendenza futura.
L’Osservatorio 2021 intitolato “L’approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane” ha raccolto dati relativi a 2.695 individui. Da questi rappresentativi si evince che il 72% sono uomini, i “principali responsabili delle decisioni finanziarie“. Comunque, da quanto emerge a campione, la maggior parte condivide le scelte con il proprio partner.
Di questi investitori digitali, particolarmente votati ormai alle criptovalute, meno del 10% presenta un disagio nella gestione del denaro. Coloro che pensano di essere finanziariamente auto-efficaci sono il 38%. Singolare che il 70% trovi difficile rispettare i propri obiettivi quando devono affrontare spese inaspettate. Altresì, è calata anche la percentuale di chi si dichiara ansioso quando pensa alle sue finanze personali.
Interessante è che tra gli intervistati, il 52% si definisce soddisfatto della propria situazione finanziaria attuale, ma, per un buon 15%, solo perché prevale uno spirito ottimista. Ma come si rapportano gli investitori digitali nei confronti delle variabili che inevitabilmente si manifestano investendo in criptovalute?
Sopra il 75% gli investitori a campione sono avversi al rischio e anche alle perdite. Di questi il 51% risulta essere tollerante alle perdite di breve periodo, ma ben il 75% trova difficile risparmiare per obiettivi troppo lontani nel tempo. Perciò si evince che, attualmente, chi si sta affacciando al mondo delle criptovalute in Italia ancora sembra essere leggermente insofferente alla volatilità delle stesse e difficilmente propensi a investimenti sul lungo periodo.
Le conoscenze finanziarie degli investitori
Altro aspetto fondamentale sono le conoscenze finanziarie di chi investe in criptovalute. Gli italiani presi in rappresentanza dal Rapporto Cosob risultano ancora poco informati sulle competenze crittografiche e di investimento base. Nonostante ciò, dai dati si possono evincere buone notizie in merito. Ecco un estratto che chiarisce la situazione:
La quota di risposte corrette rilevate con riferimento a cinque nozioni di base (relazione rischio rendimento, tasso di interesse composto, inflazione, mutuo, diversificazione del rischio) si attesta in media attorno al 50%, dato che scende al 40% circa se si escludono le risposte corrette riferibili a individui che ex post non sono stati in grado di valutarne il numero e quindi potenzialmente casuali. Pur rimanendo contenuto, il livello di conoscenze finanziarie continua lentamente a crescere.