Le autorità del Kazakistan stanno valutando seriamente la possibilità di costruire una centrale nucleare. Il problema nasce dalla grave carenza di elettricità dovuta al recente esodo dei miner dalla Cina. Infatti, l’industria di mining di criptovalute nel Paese continua a crescere e in proporzione anche la richiesta di energia elettrica. Tutto ciò sta costringendo il Kazakistan ad acquistarla dalla Russia che spesso la produce nelle sue centrali nucleari che sfruttano proprio l’uranio kazako.
Criptovalute e mining: il Kazakistan vede una soluzione nel nucleare
Il Ministro dell’Energia kazako, Magzum Myrzagaliev, sembra essere convinto: la soluzione alla carenza di energia elettrica del Kazakistan, dovuta al mining di criptovalute, troverà una soluzione nel nucleare. Perciò, secondo il Ministro, la necessità di costruire una centrale nucleare è “chiara“. Anche se richiederà diverso tempo, occorre procedere:
Dobbiamo capire che la costruzione di qualsiasi impianto, soprattutto nucleare, non è cosa veloce. In media, ci vogliono fino a 10 anni.
Prima di ciò però il Kazakistan, dovendo acquistare energia dalla Russia, ha promosso una legge, entrata in vigore all’inizio di quest’anno, che obbliga i miner di criptovalute a pagare commissioni aggiuntive per la loro elettricità. Si parla di un tenge kazako che equivale a 0,0023 dollari per kilowattora.
È stato il canale RT a riportare la notizia. Ecco come la testata giornalistica ha spiegato i motivi che stanno spingendo il Kazakistan a procedere nella direzione del nucleare:
Il Kazakistan è il più grande produttore di uranio del mondo e ha considerato la costruzione di una centrale nucleare per più di un decennio. Il paese ha iniziato a soffrire di mancanza di energia nell’estate del 2021, subito dopo che il governo cinese ha ufficialmente messo fuorilegge l’estrazione di criptovalute. I minatori hanno scelto di portare i loro hardware in Kazakistan, dove l’elettricità è a buon mercato. Ciò ha causato notevoli problemi energetici per Nur-Sultan, che è stata costretta ad acquistare elettricità dalla Russia per colmare il divario.