Cambiano le regole per tutti coloro che operano nel mondo crittografico. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha firmato un decreto che obbligherà tutti a iscriversi al registro delle criptovalute gestito dall’OAM (Organismo degli Agenti e dei Mediatori Creditizi). In questo nuovo obbligo rientrano persone fisiche, società e aziende italiane ed estere, così come operatori. Inoltre, entro e non oltre 90 giorni dalla pubblicazione di tale decreto sulla Gazzetta Ufficiale, dovranno anche comunicare i dati di tutte le transazioni in criptovalute ogni tre mesi.
Criptovalute: un nuovo decreto legge cambia le regole
In sostanza, con questo nuovo decreto legge cambiano le regole. Non bastavano le norme antiriciclaggio del d.lgs. 213/2007 riprese anche nel d.lgs. 125/2019. Per normalizzare la situazione, secondo il legislatore, si è reso necessario un maggior controllo da parte delle autorità. L’obiettivo è di evitare meccanismi illeciti di trasferimento del denaro e truffe crittografiche nel mondo delle criptovalute.
Una stretta non indifferente e, per alcuni versi, inaspettata. Ciò conferma quanto il fenomeno degli asset digitali si stia diffondendo non solo su scala mondiale, ma anche in Italia. Tanto da richiedere l’introduzione di un nuovo regolamento per la registrazione delle transazioni crypto. Firmato dal Ministro dell’Economia Daniele Franco, questo decreto introduce la necessità di trasmettere tutti i dati relativi ai movimenti finanziari in criptovalute effettuati sul territorio nazionale.
Ciò vuol dire che, dal momento della pubblicazione del decreto, i prestatori di servizi di portafoglio digitale e quelli relativi all’utilizzo di asset digitali dovranno registrarsi all’OAM. Tradotto, significa che chi opera nel mondo delle criptovalute verrà così identificato come i cambiavalute e i money transfer.
Nondimeno, non si tratta solo di un censimento per gli exchange di criptovalute, ma anche per i clienti che vi accedono e operano. Da qui saranno quindi soggetti a controlli e accertamenti da parte sia della Guardia di Finanza, che delle altre Forze dell’Ordine se necessario.
Tutte le borse accetteranno?
Nasce spontanea una domanda: tutte le borse accetteranno? Se pensiamo a Binance, non ha mai avuto intenzione di collaborare con tali norme che definisce inutilmente restrittive. Altri come Coinbase, invece, sono molto più accondiscendenti.
Non dobbiamo però dimenticare che questa borsa come diverse altre sono registrate in un Paese dell’Unione Europea e rispettano le norme vigenti in merito a criptovalute e investimenti. Ciò potrebbe quindi aprire dei contenziosi in Italia che ora sta applicando regole molto più ferree e coercitive.
Restiamo in attesa di ciò che succederà, ma non perdiamo il focus. Questo nuovo decreto attua una nuova politica nei confronti delle criptovalute che necessita essere monitorata per evitare spiacevoli problemi e/o sanzioni.
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