Le autorità della provincia di Hunan, situata nella parte meridionale della Cina, hanno fatto sapere di aver portato a termine un massiccio round di arresti per attività legate alle criptovalute. Più nel dettaglio, le manette sono scattate ai polsi di ben 93 persone. Risultano tutte accusate di aver impiegato le monete virtuali al fine di condurre affari riconducibili al riciclaggio.
Cina: ondata di arresti per riciclaggio con criptovalute
La gang avrebbe ripulito un equivalente pari a circa 5,6 miliardi di dollari, convertendoli in valuta americana. A comandarli è un individuo soprannominato Hong, a capo dell’organizzazione. È quanto reso noto dalla polizia locale della città-prefettura di Hengyang.
Gran parte delle somme proveniva da truffe di vario tipo e gioco d’azzardo. Nel corso dell’operazione sono stati inoltre posti sotto sequestro oltre 100 telefoni e diversi computer, ora a disposizione per le indagini. Individuati poi fondi per quasi 42 milioni di dollari che serviranno a risarcire (almeno parzialmente) le vittime dei raggiri.
Solo poche settimane fa, a inizio agosto, il servizio Tornado Cash impiegato anche per ripulire il denaro proveniente da attività illecite, è finito al centro di una bufera dopo l’inserimento in una blacklist USA. Anche in questo caso si sono già verificati arresti.
Ricordiamo infine che il paese asiatico ha messo al bando qualsiasi utilizzo delle crypto già da ormai oltre un anno. Pechino ha scelto di non praticare alcuna distinzione fra investimenti, scambi o pagamenti. Come abbiamo più volte avuto modo di scrivere su queste pagine, però, dopo un iniziale effettivo blocco, le maglie sembrano essersi allentate, anche per quanto riguarda il mining.
Il consiglio, per chi desidera cimentarsi con il trading legato alle criptovalute, è di scegliere una piattaforma affidabile e certificata: nel caso di AvaTrade è possibile contare su un servizio già animato da una community composta da oltre 400.000 investitori.