L’Ucraina non molla la presa e continua insistendo su una possibile chiusura degli exchange di criptovalute agli utenti russi. A pronunciare l’ennesimo appello questa volta è Alex Bornyakov, vice ministro ucraino della Trasformazione Digitale. Secondo quanto affermato, gli asset digitali, pur non rappresentando attualmente un problema, potrebbero in futuro diventare un’importante soluzione contro le sanzioni internazionali per la Russia.
Fermo restando che la Banca Centrale Russa sta favorendo l’Ucraina vietando le crypto nel Paese, il vice ministro ha parlato di uno sforzo condiviso e senza precedenti per bloccare la Russia dal sistema finanziario globale. Sarebbe quindi questo l’obiettivo comune da raggiungere, chiudere qualsiasi strada percorribile per aggirare una situazione economica che sta pesando sempre di più al sistema finanziario russo.
Secondo Bornyakov, anche se non sono la loro opzione principale, con le sanzioni imposte che via via si intensificheranno, le criptovalute acquisteranno sempre più popolarità e consensi tra i russi. Ecco perché l’Ucraina vede come necessario il blocco degli utenti russi dagli exchange crypto.
Le criptovalute potrebbero diventare l’ultima spiaggia per la Russia
Bornyakov ha precisato che il sistema crittografico in generale è diventato sempre più conveniente del sistema bancario. Per questo potrebbe diventare l’ultima spiaggia per la Russia come salvagente dalle sanzioni internazionali. Tuttavia, sembra che in un modo o nell’altro gli exchange di criptovalute, anche se contrari, si trovino costretti a bloccare gli accessi agli utenti russi.
A conferma di questo, arriva la recente decisione di Binance. Il famoso exchange ha dovuto annunciare che tutte le transazioni effettuate da carte Visa e MasterCard emesse in Russia non sono più disponibili. Stessa cosa per le transazioni effettuate all’interno del Paese, ma con carte emesse fuori dai confini russi. CZ, CEO di Binance, ci ha tenuto a precisare su Twitter che non si tratta di una decisione voluta dall’exchange, ma obbligata dalla situazione.
Coinbase, segnalando e bloccando 25.000 siti russi, ha dimostrato di aver avviato già da tempo una lotta contro le attività illecite della Russia. Quindi, anche in questo caso, la decisione non arriva in risposta all’appello dell’Ucraina. Infatti, le indagini in corso sono iniziate ben prima dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Tuttavia, lo stesso Bornyakov ha ammesso che l’utilizzo di criptovalute per aggirare le sanzioni internazionale da parte della Russia non è, almeno per il momento, un grosso problema. Comunque in questi casi vige il detto latino “repetita iuvant“.