Quanto è grave la crisi dei chip? Secondo qualcuno, abbastanza da spingere gli Stati Uniti a invocare una legge risalente ai tempi della guerra fredda. Tra i settori più colpiti c’è senza dubbio quello delle quattro ruote, come testimonia la decisione appena annunciata da Opel: il produttore, parte del gruppo Stellantis, chiuderà fino al prossimo anno uno dei suoi impianti tedeschi.
Opel chiude (temporaneamente) l’impianto di Eisenach: mancano i chip
Si tratta della fabbrica di Eisenach, cittadina situata al centro del paese, a poco più di un centinaio di chilometri da Lipsia. Nelle sue linee prendono vita sia i veicoli del brand dotati di motore a combustione sia i modelli ibridi. Nel commentare la notizia, un portavoce della società non ha fornito alcuna indicazione precisa sulla data della ripresa ai lavori, limitandosi a ribadire che avverrà genericamente nel 2022.
Fermi dunque i circa 1.300 dipendenti impiegati, per una quota di loro non meglio precisata scatterà il licenziamento. Alcuni dei compiti svolti saranno destinati a un altro impianto localizzato in Francia.
Non è la prima decisione di questo tipo presa da Stellantis, che ha già fermato altre linee in Europa e in Canada, affermando che la crisi dei chip frenerà l’attività del gruppo riducendo di circa 1,4 milioni le vetture prodotte quest’anno (fonte Reuters).
Nelle scorse settimane, Opel Automobile GmbH ha accolto Uwe Hochgeschurtz come suo nuovo CEO (in carica formalmente dall’1 settembre 2021), che ha sostituito il predecessore Michael Lohscheller in carica dal 2017. Nato a Colonia e classe 1973, ha alle spalle una lunga esperienza nel settore delle quattro ruote, iniziata nel 1990 in Ford e proseguita fino a diventare negli ultimi anni CEO di Renault Germania, Austria e Svizzera.