Criticare RIAA non è reato

Criticare RIAA non è reato

La decisione è di un giudice di New York: Ray Beckerman non ha condotto alcuna propaganda per screditare RIAA. Non ha violato l'etica professionale e non pagherà alcun risarcimento
La decisione è di un giudice di New York: Ray Beckerman non ha condotto alcuna propaganda per screditare RIAA. Non ha violato l'etica professionale e non pagherà alcun risarcimento

“Nonostante il consulente legale in questione abbia mostrato un atteggiamento particolarmente duro, virando verso toni iperbolici e attacchi gratuiti nei confronti dell’industria musicale nel suo complesso, non trovo che questo dimostri la sua cattiva fede”. Così Robert M. Levy, giudice di New York, che ha rigettato le richieste con cui la Recording Industry Association of America (RIAA) mirava a infliggere una pena pecuniaria all’avvocato Ray Beckerman, creatore del blog Recording Industry vs The People .

Nessuna sanzione per Beckerman che, stando al parere finale del giudice statunitense, non ha violato l’etica professionale andando a criticare l’operato legale delle major del disco . L’avvocato, in altre parole, non ha condotto alcuna propaganda vessatoria contro le richieste di risarcimento che la RIAA ha finora inviato ad oltre 30mila utenti del file sharing. Nella visione della corte, Beckerman non risulta colpevole nel momento in cui decide di pubblicare sul proprio blog documenti che vadano ad attaccare l’industria, particolarmente riferiti a cause di pirateria in corso.

Non sussiste, dunque, la richiesta di risarcimento presentata in aula dalla RIAA, definita esagerata dallo stesso giudice di New York. Beckerman non ha sostenuto una campagna di pubbliche relazioni con l’obiettivo di screditare il querelante attraverso mozioni senza fondamento.

“Sono felice che la mozione è stata rifiutata – ha dichiarato lo stesso Beckerman – perché era basata su grossolane e cattive interpretazioni dei fatti. Certo, avrei preferito che il giudice si esprimesse in maniera più dura, ma il risultato è stato lo stesso”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
14 ott 2009
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