Chi l’ha detto che i videogame sono diseducativi? Da tempo ai vari titoli in cui sangue e distruzione spadroneggiano, si uniscono altri titoli, spesso meno noti e meno pubblicizzati che fanno parte della cosiddetta schiera dei serious game , utili al divertimento, ma anche all’apprendimento. O per fare beneficenza: nasce così un videogioco basato sulle operazioni della Croce Rossa, ente al quale verranno devoluti parte dei ricavati delle vendite del titolo.
Sviluppato dall’olandese Spil Games per commemorare il centenario della Croce Rossa locale, The Red Cross Game: Emergency Response Unit è un gioco strategico con visuale dall’alto che emula varie possibili situazioni d’emergenza cui il giocatore deve far fronte. Il gioco è disponibile online in maniera gratuita, mentre la versione completa è acquistabile al prezzo di circa 20 dollari e la metà dei proventi delle vendite andranno nelle casse dell’ente umanitario. Il videogame ha in realtà un predecessore, chiamato Traces of Hope , gioco ambientato nel contesto di una guerra civile in Uganda, in cui il giocatore deve aiutare il protagonista Joseph a mettersi in contatto con la Croce rossa per rintracciare sua madre.
Lo scopo è molto esplicito: sensibilizzare l’opinione pubblica utilizzando l’appeal di un videogame, supportando anche la causa dell’ente. “Il gioco non solo dà ai giocatori l’opportunità di conoscere il compito eroico svolto dagli operatori della Croce Rossa, ma contribuisce anche a finanziarla” dichiara Peter Driessen, CEO di Spil Games. “I videogiochi ci consentono di raggiungere nuovi supporter che in altro modo sarebbero stati irraggiungibili” dichiara Dorothea Arndt, capo della divisione new media della British Red Cross. “Educare i giovani a conoscere il nostro impegno umanitario fa parte del nostro compito e il gioco si rivela molto utile a tale scopo”.
Non è il primo tentativo di coniugare divertimento e utili nozioni: l’esempio che più si avvicina alla proposta della software house olandese è sicuramente Triage Trainer , gioco in cui si deve prestare soccorso a feriti virtuali in tempo reale. È una sorta di allenamento, così come lo sono i simulatori di volo per i piloti: da tempo alcune organizzazioni militari hanno puntato decisamente su videogame formativi per allenare le truppe.
Certo i più maligni potranno sostenere che un campione di Pro Evolution Soccer una volta spenta la console magari non è capace di fare due tiri, ma l’intento del videogame promosso dall’ente umanitario non è certo quello di formare nuove leve. Sensibilizzare, è questa la parola chiave che racchiude il progetto. I videogame rappresentano un valido mezzo per comunicare idee e per promuoverle: “Stiamo semplificando il messaggio per raggiungere più gente possibile”.