Il crowdfunding, processo di finanziamento dal basso che mobilita piccoli investitori per singoli progetti, si è ritagliato uno spazio nell’economia grazie soprattutto agli strumenti online: quanto grande, lo dice un recente studio in materia che per la prima volta misura quanto si riesca a racimolare con questo strumento.
I dati sono stati raccolti da un gruppo di ricerca organizzato da Massolution , azienda che offre servizi legati al crowdfunding che, a fine 2011, ha individuato 350 realtà tra piattaforme di crowdfunding e fundraising che accettano anche piccole somme. Si tratta di numeri raddoppiati rispetto ad un anno fa e che sono in crescita: già ad aprile 2012 sono stati censiti 452 servizi e, secondo la ricerca, supereranno nel corso del 2012 quota 500 .
In questo panorama vi sono realtà diverse che vanno da Fundly, dedicata alle organizzazioni non profit, a Kiva, che cerca di far arrivare piccoli prestiti a privati nell’ottica della filosofia degli incentivi del microcredito, passando per il più noto Kickstarter, orientato ad aziende o progetti artistici. I ricercatori hanno intervistato i responsabili di 135 piattaforme (che valgono il 40 per cento del mercato), raccogliendo dati per quelle che contano per il 56 per cento, ed estrapolato statisticamente il resto dei dati.
In generale tali piattaforme hanno ospitato più di un milione di campagne di raccolta fondi e permesso di racimolare 1,5 miliardi di dollari solo nel 2011 , di cui 837 milioni solo nel Nordamerica: una media di 660 dollari a campagna.
I numeri salgono notevolmente, addirittura fino a 85mila dollari, nel momento in cui si offre la compartecipazione al progetto: tale forma di finanziamento è attualmente utilizzata principalmente in Europa, dal momento che la normativa statunitense in materia – dice lo studio – non è chiarissima.
Claudio Tamburrino