Voglio scusarmi sinceramente con tutti voi per il disservizio avvenuto recentemente
, si apre così la lettera rivolta da George Kurtz, fondatore e CEO di CrowdStrike, agli stimati clienti e partner
. E già qui, balza all’occhio una grave mancanza, che sarà poi reiterata nell’intera comunicazione. Se le scuse sono d’obbligo, dopo l’apocalisse online che nel fine settimana ha bloccato mezzo mondo a causa di un bug, perché non porgerle anzitutto a chi ha visto il proprio volo cancellato o ha sperimentato disservizi di vario genere?
Tutta CrowdStrike comprende la gravità e l’impatto della situazione. Abbiamo identificato rapidamente il problema e implementato una correzione, che ci ha permesso di concentrarci diligentemente sul ripristino dei sistemi dei clienti come priorità assoluta.
Il mea culpa di George Kurtz, CEO di CrowdStrike
Di nuovo, il mea culpa (che si può leggere nella sua forma integrale sul sito ufficiale) è rivolto solo ed esclusivamente a clienti e partner, come un mantra.
Stiamo lavorando a stretto contatto con i clienti e i partner interessati per garantire che tutti i sistemi vengano ripristinati, in modo che possano fornire i servizi su cui i rispettivi clienti fanno affidamento.
Più avanti, Kurtz sottolinea come l’impegno profuso dalla scoperta del bug alla risoluzione del problema abbia coinvolto il team di CrowdStrike a ogni livello, ma sempre dimenticandosi di chi, pur non avendo a che fare direttamente con la società che controlla, ne ha fatto le spese.
Abbiamo mobilitato tutta CrowdStrike per aiutare i nostri clienti, partner e i rispettivi team. Se avete domande o bisogno di ulteriore supporto, contattate il vostro rappresentante CrowdStrike o l’assistenza tecnica.
In conclusione, se ancora il concetto non fosse chiaro…
Niente è più importante per me della fiducia che i nostri clienti e partner hanno riposto in CrowdStrike.
Di certo, le scuse non basteranno. Avendo messo fuori uso 8,5 milioni di computer, fermando compagnie aeree e ferroviarie, centri della grande distribuzione, gruppi bancari ed emittenti televisive, c’è chi presenterà il conto dei danni a CrowdStrike.
Le scuse di Kurtz sono d’obbligo, ma non saranno sufficienti per lasciarsi alle spalle una vicenda che ha mostrato la fragilità e la potenziale vulnerabilità delle infrastrutture online sulle quali facciamo quotidianamente affidamento, dalle quali siamo inconsapevolmente diventati dipendenti. In più, non c’è una parola rivolta a chi, pur non essendo cliente o partner, ne ha fatto le spese. Una scelta quantomeno discutibile.