Non ha registrato problemi il lancio del satellite europeo Cryosat2, effettuato dal cosmodromo kazako di Baikonur. Il vettore russo che lo conteneva si è staccato dal suolo secondo il programma prestabilito dall’ESA, cinque anni dopo il tentativo fallito di mandare in orbita il suo predecessore, anch’esso destinato in origine a monitorare i ghiacci polari .
Il satellite Cryosat2, del peso di 720 chili e costato 140 milioni di euro, orbiterà a 720 chilometri di altezza e nel corso della sua missione misurerà in primis lo spessore dello strato di ghiaccio che attualmente ricopre i due poli e il cui restringimento negli ultimi tempi ha destato non poche preoccupazioni per quanto riguarda la questione dei cambiamenti climatici. “Speriamo di capire meglio il ruolo del ghiaccio marino nel sistema climatico – ha spiegato Heinrich Miller, uno dei due direttori del progetto CryoSat – e di saperne di più sullo spessore del ghiaccio sul suolo”.
La tecnologia radar di cui si serve Cryosat2 per effettuare le rilevazioni è stata descritta dai tecnici come estremamente affidabile in quanto ammette un margine di errore non superiore a un centimetro: visto lo spessore della calotta antartica, che supera i tre chilometri, uno strumento di tale precisione potrebbe risultare decisivo come sottolineato da Duncan Wingham, docente allo University College di Londra e analista del progetto Cryosat: “Specialmente per quanto riguarda i ghiacci dell’Antartide abbiamo pochissimi mezzi per effettuare previsioni – ha spiegato – se vogliamo saperne di più su quanto sta accadendo dobbiamo continuare a servirci di satelliti come questo”.
Cryosat2 è il terzo dei sette satelliti previsti dal programma ESA denominato Earth Explorer iniziato lo scorso anno, e segue il lancio di GOCE (Gravity Field and Steady-State Ocean Circulation) avvenuto a marzo 2009 e di SMOS (Soil Moisture and Ocean Salinity) in orbita da novembre.
Giorgio Pontico