Prima il #cryptocrash che ha schiantato il valore degli asset, poi il giro di vite annunciato dal tavolo del G7, infine la bordata dal numero uno della BCE. Tutto in pochi giorni. Un susseguirsi repentino di eventi che sembra puntare nella direzione di un cambiamento più o meno imminente per il mondo delle criptovalute. I contorni dello scenario che si sta per delineare all’orizzonte sono però ancora tutt’altro che definiti.
Assisteremo quasi certamente all’introduzione di nuove regole che andranno a impattare sull’attività degli investitori, nonché su quella di exchange come Binance e Coinbase. Si passerà dalla definizione di norme pensate per disciplinare un ambito rimasto fino a oggi, di fatto, sostanzialmente in balia delle dinamiche innescate dalla mera speculazione. Forse solo così, solo allora, potremo ritrovare la strada che punta a quell’El Dorado dipinto dalla narrazione della prima ora di chi ha ideato, promosso e spinto il concetto di finanza decentralizzata.
La terra promessa delle criptovalute
Già, perché etichettare le criptovalute solo per ciò che rappresentano in questo preciso momento, dimenticando ciò che avevano promesso di diventare, significherebbe osservarne l’evoluzione attraverso un punto di vista parziale e miope, cestinando le enormi potenzialità finora rimaste inespresse. Una visione disfattista e rinunciataria di cui non si avverte la necessità. Asset come Bitcoin e decine di altri, nati con grandi proclami su inclusione finanziaria e volontà di sostenere un’economia alternativa a quella tradizionale, si sono ben presto allontanati dai binari tracciati in origine, deragliando e finendo per esporre il loro sviluppo alle costanti variazioni percentuali del valore.
Forse, torneremo sull’argomento tra qualche settimana, mese o anno per descrivere il momento attuale come un necessario punto di rottura, il periodo più o meno breve di crisi che ha consentito di rivedere dinamiche e processi per riportare il mondo crypto in carreggiata.
L’adozione su larga scala di Bitcoin e delle altre monete virtuali ha portato a galla questioni che non possono più essere ignorate: un gap normativo da colmare, l’impatto delle infrastrutture energivore su cui poggiano in termini di sostenibilità ambientale, la tutela dei capitali di chi investe. Se ne sono rese conto anche le istituzioni, destandosi da un lungo e talvolta connivente torpore.
Lo scenario è inevitabilmente destinato a cambiare, nonostante le naturali resistenze manifestate da coloro che fin qui hanno costruito i propri imperi e gonfiato i propri portafogli, approfittando di una sostanziale assenza di regole. Solo così potremo ritrovare la strada per El Dorado, sempre che lo si intenda come quel luogo leggendario e metaforico in cui ricchezze e opportunità sono tali e tanto largamente disponibili da poter essere messe a beneficio di tutti. Se prevarranno invece gli appetiti di chi vi intravede solo uno strumento di guadagno e speculazione, rimarremo ancorati alle quotidiane fluttuazioni di grafici ed entusiasmi.
[affiliate_program_stored_link id=303679][/affiliate_program_stored_link]
Presta attenzione al fatto che i CFD sono strumenti complessi con un alto rischio di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. L’81% degli investitori perde denaro quando fa trading di CFD con questo broker. Considera se hai compreso il funzionamento dei CFD, e se puoi prenderti l’alto rischio di perdere i tuoi soldi. Le performance passate non sono indicazione di risultati futuri. La storia degli andamenti di trading è inferiore a 5 anni completi e può non essere sufficiente come base per decisioni di investimento.