Questa volta vogliamo iniziare la nostra rubrica settimanale, Crypto Week, all’insegna della solidarietà. Pochi avrebbero pensato che le criptovalute sarebbero state capaci di gesti d’aiuto nei confronti di chi, più debole, sta subendo le nefandezze di un conflitto tra Paesi. Schieramenti a parte, la guerra tra Russia e Ucraina ci sta cambiando o, forse, ci ha già cambiati.
Molto probabilmente il nostro modo di vedere le criptovalute si è aggiornato. Bitcoin è diventato protagonista di una raccolta fondi organizzata per sostenere gli sforzi dell’esercito ucraino impegnato a difendere il Paese dall’invasione russa.
Il progetto si chiama Come Back Alive e due giorni fa aveva raccolto circa 700.000 dollari in bitcoin. Le transazioni che hanno portato a questa cifra sono state effettuate nel giro di 48 ore. Da ciò è emersa anche l’indole e lo spirito di chi fa trading crypto o, semplicemente, detiene asset digitali.
Inoltre, le criptovalute si stanno rivelando anche un salvagente per i privati che abitano in Russia. Alla minaccia di una possibile confisca dei fondi di risparmio ai cittadini russi, da parte del Cremlino per sostenere le due banche statali, gli asset digitali potranno trasformarsi in una risorsa di difesa. Il sistema di tecnologie non censurabili è quindi una risorsa dato che permette l’accesso solo all’utente proprietario e, per ora, non ai governi senza la sua autorizzazione.
Criptovalute: un focus su Bitcoin in relazione all’invasione russa
A inizio settimana eravamo tutti attenti ai messaggi provenienti dalla Russia. Il pericolo di un’invasione dell’Ucraina, poi concretizzatasi qualche giorno dopo, ha attenzionato il mondo delle criptovalute. Sembrava che ad ogni messaggio di Vladimir Putin, Bitcoin e gli altri asset digitali soffrissero. I suoi discorsi, ora dopo ora avvicinavano il mondo a una guerra sempre più concreta.
Queste tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina, unite a una possibile invasione russa e alle minacce di sanzioni da parte dell’occidente avevano trascinato il prezzo delle criptovalute verso il basso. Quotazioni che poi si sono risollevate dopo che l’invasione si è concretizzata.
Con molta probabilità, secondo gli analisti, questa inversione di direzione è dovuta al fatto che le criptovalute, essendo bipartisan, sono utili a tutti e due i Paesi. Da una parte la Russia le utilizzerà quando sarà colpita dalle sanzioni e restrizioni di Stati Uniti, Europa e Nazioni Unite. Dall’altra russi e ucraini potranno proteggere le loro economie.
I primi continuando gli scambi commerciali anche se tagliati fuori dall’economia dei Paesi Occidentali e, come già detto, per proteggere i fondi se la Russia dovesse decidere di confiscarli. I secondi, invece, per far fronte alla difficoltà di prelevare contante ai bancomat oltre agli scambi digitali di valuta fiat, attualmente impossibili.
Traguardi importanti in termini di acquisizioni
Nel frattempo il mondo continua a progettare nuove acquisizioni per diverse criptovalute, sia da parte di grosse aziende, che da parte di Stati con l’intenzione di accettarle come moneta a corso legale.
È questo il caso del Messico che, seppure in fase ancora embrionale, sta muovendo i primi passi per un’acquisizione di Bitcoin a imitazione di El Salvador. Ideatrice di questa nuova campagna pro regina delle crypto è Indira Kempis, Senatrice dello Stato di Nuevo Leon che ha dichiarato:
L’esclusione dai servizi finanziari è uno dei problemi pubblici che in pochi hanno affrontato con alternative praticabili. Questo tipo di tecnologia ci permette di creare un’alternativa, un percorso, così da rendere milioni di persone finalmente incluse nel sistema finanziario.
Tra l’altro, in questi giorni, proprio El Salvador ha visto come i Bitcoin Bond hanno mantenuto le loro promesse. Pare che siano riusciti a raggiungere la quota che dovrà essere poi distribuita allo scadere dei giorni prefissati. I Bitcoin Bond hanno perciò ottenuto, ancora da confermare, richieste di acquisto per oltre 500 milioni di dollari. Dietro queste sembrano esserci grandi imprenditori.
Per quanto riguarda le acquisizioni con protagoniste grosse aziende, Rocket Kitchen, famosa catena di ristoranti virtuali, ha aperto il primo risonante a tema criptovalute in Dubai. Si chiama Doge Burger, un fast food con menù americano che celebra Dogecoin. Tutto richiama a questo token, dall’interno del ristorante fino agli incarti dei panini. Insomma, un hamburger speciale che ricorda la crypto più amata da Elon Musk.
E proprio con Musk vogliamo concludere questa rubrica all’insegna delle migliori notizie della settimana sulle criptovalute. Infatti, pare proprio che Tesla continuerà l’adozione crypto accettando Dogecoin nei suoi futuri Drive-In e nelle sue stazioni di ricarica per auto elettriche.